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Vertice Russia-Ucraina a Istanbul, Zelensy: ‘Nuove sanzioni se fallisce’ – Notizie – Ansa.it

    Le agenzie di stampa russe hanno riferito che sono terminati i colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev a Istanbul per trovare uno sblocco al conflitto. La delegazione di Kiev, è guidata dal ministro della Difesa Umerov, quella russa da Vladimir Medinsky, consigliere di Putin. 

    Volodymyr Zelensky ha annunciato che è in “preparazione” un nuovo scambio di prigionieri con la Russia. Il leader ucraino ha parlato da Vilnius, a margine di una riunione della Nato. La presidenza di Kiev, al termine dei colloqui di Istanbul, ha fatto sapere che la sua delegazione ha trasmesso a quella russa una lista di “centinaia di bambini” portati in Russia. “Vogliamo tutti la stessa cosa, fermare la guerra. Ho informato i partner della nostra operazione coi droni che ha indebolito la Russia, tutto ciò che facciamo con i nostri partner rafforza l’Europa. Le sanzioni contro la Russia sono necessarie, comprese quelle secondarie, e i dazi. In caso contrario, Putin continuerà a giocare. Putin non deve avere nessuna ricompensa per la sua guerra: se gli viene concesso di decidere chi entra o no nella Nato il suo appetito crescerà”.

    “Dobbiamo far sì che la diplomazia non sia vuota. La base di partenza deve essere il cessate il fuoco. Se Istanbul non porterà a niente chiaramente serviranno nuove sanzioni da Ue e Usa”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Vilnius per il summit dei Paesi del nord, riferendosi alla nuova tornata di colloqui Russia-Ucraina in programma oggi in Turchia. 

    “La delegazione ucraina è arrivata a Istanbul con un programma chiaro e la volontà di compiere passi significativi verso la pace”, ha dichiarato una fonte del team negoziale. “Se i russi sono pronti ad andare avanti e a non ripetere gli stessi ultimatum, allora oggi potrebbero esserci buone e importanti notizie”, ha aggiunto, precisando tuttavia che gli ucraini “non sanno cosa i russi abbiano portato al tavolo dei negoziati, poiché non hanno comunicato la loro posizione né a noi, né alla Turchia, né agli Stati Uniti”. 

    Prima dell’avvio dei colloqui, il vice ministro degli Esteri ucraino, Sergiy Kyslytsya, ha avuto un confronto con funzionari di Italia, Germania e Gran Bretagna. “Le parti hanno coordinato le posizioni in vista dell’incontro odierno tra le delegazioni ucraina e russa”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Heorhii Tykhyi, in un messaggio su X dove ha pubblicato una foto dell’incontro dove è presente il consigliere diplomatico aggiunto del presidente del Consiglio, Pietro Sferra Carini. 

    Il Regno Unito formalizza intanto la preannunciata revisione della sua strategia militare e di difesa rivolgendola in primis verso “la minaccia” attribuita a Mosca per essere “pronto” a un ipotetico scenario di guerra. Lo ha detto il premier Keir Starmer, illustrandola in Scozia, sede della base di sommergibili che rappresentano oggi l’intero deterrente nucleare britannico: “Se vogliamo scoraggiare un conflitto, il miglior modo è prepararsi a un conflitto”. Previsti fra l’altro negli anni 12 nuovi sottomarini a propulsione atomica, investimenti miliardari in munizioni e un comando per il coordinamento di cyberattacchi anti Russia e Cina. 

    Il rinnovamento dei piani di difesa del Regno approvato dal governo Starmer era stato apertamente spiegato fin da ieri come “un avvertimento” indirizzato soprattutto a Mosca, sullo sfondo della guerra con Kiev, dal ministro della Difesa, John Healey.

    Al di là della retorica e delle promesse esso non convince tuttavia l’opposizione Tory né i media filo-conservatori, che notano come il premier laburista resti in realtà sul vago sulle risorse. E abbia fatto una mezza retromarcia, in queste stesse ore, sulla tempistica dell’impegno a incrementare le spese militari dal 2,5% promesso a partire dal 2027 al 3% del Pil: obiettivo fissato orientativamente non prima del 2034, ma che diversi veterani del comando delle forze armate di Sua Maestà chiedono sia anticipato, o almeno suggellato da una data precisa.

    Nel discorso di presentazione del documento aggiornato sulle linee strategiche di difesa britanniche, sir Keir ha da parte sua invocato “l’unità” del Paese di fronte a un mondo sempre più “instabile” e pericoloso. Non senza dirsi certo che gli impegni contenuti nel testo saranno “attuati al 100%”. Tre gli obiettivi fondamentali della nuova strategia: rendere il Paese “pronto al combattimento di guerra”; dare valore aggiunto “alla Nato” che nella dottrina britannica è destinata a restare “sempre al primo posto” come pilastro di un sistema di sicurezza fondato sul legame transatlantico fra Usa ed Europa e sulla relazione speciale fra Londra e Washington; e infine “accelerare l’innovazione” della produzione bellica e del complesso militare-industriale “a ritmi da tempo di guerra” per fare del Regno un “innovatore leader fra gli alleati”.

    In concreto, si punta a realizzare nel corso degli anni sei nuove fabbriche di munizioni e armi; a creare un coordinamento “ibrido” in seno alla Royal Navy dotando la marina di navi, sottomarini, ma anche nuovi aerei (impegno dietro il quale secondo il Times si nasconderebbe l’intenzione, per ora non ufficializzata, di estendere il deterrente nucleare dell’isola dai soli sommergibili al possesso di bombardieri non convenzionali); costruire 12 nuovi “sottomarini d’attacco” in partnership con Usa e Australia nel quadro del patto tripartito Aukus; migliorare gli alloggiamenti e gli equipaggiamenti per i militari; ricreare una guardia nazionale per l’ipotetica difesa del fronte interno; investire negli anni 15 miliardi di sterline extra per la modernizzazione dell’arsenale nucleare attraverso la creazione di un “programma nazionale di assemblaggio di testate missilistiche”.

    A margine del discorso, rispondendo ai giornalisti, Starmer ha fra l’altro ribadito che “l’incrollabile” sostegno britannico all’Ucraina, mostrato fin dall’inizio “della guerra con la Russia nel 2022”, proseguirà anche in futuro.

    Starmer ha anche difeso come legittima l’incursione a distanza contro alcune basi aeree strategiche russe rivendicata da Kiev sostenendo che l’Ucraina “ha il diritto assoluto all’autodifesa” Si è poi detto sempre più colpito “dallo spirito di resistenza e dal coraggio” degli ucraini, descrivendo l’attacco di ieri come una dimostrazione del fatto che Kiev continua a combattere contro la Russia e “non è sconfitta”. Non solo: nelle sue parole, l’Ucraina dispone ormai di “una delle più temprate forze combattenti d’Europa”.

    Il portavoce del governo tedesco ha intanto affermato che Berlino “non è stata informata”  dell’attacco contro le basi russe, “ma l’Ucraina non è tenuta a farlo perché l’Ucraina ha il diritto di difendersi”. 

    Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha confermato di avere avuto una telefonata con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, “su richiesta della Russia”, e “ha ribadito l’appello del presidente Trump a proseguire i colloqui diretti tra Russia e Ucraina per raggiungere una pace duratura”. 

    Non si fermano intanto le azioni di guerra. Kiev riferisce che sei persone, tra cui due bambini, sono rimaste ferite nella notte in seguito ad un attacco russo con missili e droni sulla città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale. Il capo dell’amministrazione militare dell’omonima regione, Oleg Synegubov, ha spiegato che i russi hanno colpito la città con due missili balistici e un numero imprecisato di droni. Secondo il sindaco, Igor Terekhov, un drone è caduto nel quartiere di Kholodnohirsky e ha danneggiato un edificio, un’azienda, diverse case e alcune automobili. 

    Inoltre, è di almeno 5 morti, tra i quali tre donne, il bilancio dei bombardamenti e dei raid aerei russi sulla città di Zaporizhzhia, nel sudest ucraino: lo annuncia il governatore Ivan Fedorov, citato dai media di Kiev, precisando che gli attacchi sono stati compiuti nella tarda serata di ieri.

    Sul fronte opposto, la Russia fa sapere di avere “intercettato e distrutto 162 droni ucraini nel corso della notte”. La gran parte dei droni, 57, sono stati colpiti nella regione del Kursk. 

    Von der Leyen, ‘dure sanzioni a Mosca, anche su petrolio’

    “Buona discussione con il senatore Lindsay Graham. L’Ue sta preparando il suo diciottesimo pacchetto di sanzioni dure, tra cui l’abbassamento del tetto massimo del prezzo del greggio. Queste misure, insieme a quelle statunitensi, aumenterebbero notevolmente l’impatto congiunto delle nostre sanzioni”. Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen al termine dell’incontro con Graham, a Bruxelles.

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