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Valanga di emendamenti alla manovra. Imu, possibili sgravi sulle case al mare – Notizie – Ansa.it

    Il ministero dell’Economia ha rivisto alcune regole per i Comuni sull’Imu aprendo a nuove possibilità per i sindaci che potranno prevedere una tassazione più leggera, per esempio, “a chi ha case al mare e magari ci passa molti mesi, senza darle in affitto” o per le abitazioni inagibili. Le novità, anticipate dal Messaggero, sono contenute nell’allegato al decreto siglato dal vice-ministro, Maurizio Leo, andato in Gazzetta ufficiale mercoledì.

    Il Tesoro “ha fissato alcuni paletti entro i quali i Comuni possono agire e detta standard da seguire -non potrà essere superata l’aliquota massima”. Per le amministrazioni il documento rappresenterebbe la griglia dentro la quali muoversi.

    Da una parte, il testo rivede in modo più semplice alcune casistiche che erano già state individuate; dall’altra parte, introduce per i sindaci intenzionati la possibilità di tagliare l’imposta sullo stato del fabbricato e lasciando spazio a esigenze locali e condizioni dei contribuenti.

    Per le case al mare la chiave sarebbe nelle regole stabilite per gli immobili “a disposizione”. Le indicazioni del ministero, infatti, le definiscono come abitazioni non locale e non concesse in comodato, indicando anche la possibilità di prevedere un numero di mesi l’anno nei quali l’immobile deve essere in questa condizione così prevedere una diversificazione delle aliquote.

    Valanga di emendamenti alla manovra, intanto, in commissione Bilancio al Senato. Al termine della presentazione delle proposte di modifica ne risultano depositate
    circa 1.600 dalla maggioranza: (da FI 677; circa 500 da FdI; 399 dalla Lega e 62 Noi Moderati). Quelli delle opposizioni ammontano a circa 3.800 quindi, nel complesso, il numero è di circa 5.500 proposte di modifica. Le richieste andranno poi scremate entro il 18 novembre con la scadenza per i segnalati, in totale 414.

    Fra gli emendamenti delle opposizioni – secondo quanto viene riferito – il M5s ne ha depositati 1.671; il Pd 1.160; da Avs ne sono arrivati 533 e 354 da Iv; Azione ne ha presentati 96. 

    Dai salari ai congedi paritari all’Irpef. Pd, M5s, Avs e Iv hanno presentato – secondo quanto si apprende – un pacchetto di emendamenti comuni alla manovra. I temi riguardano il fiscal drag; l’estensione dell’autorizzazione unica a tutto il territorio nazionale; il ripristino di Opzione donna; l’incremento del Fondo sanitario nazionale destinato all’assunzione del personale paritario; il salario minimo.

    “I gruppi di opposizione al Senato — Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva, ai quali si aggiungerà +Europa nel passaggio alla Camera — hanno presentato oggi un pacchetto unitario di 16 emendamenti alla legge di bilancio, frutto di un lavoro comune che rappresenta una novità politica importante e un segnale concreto di convergenza sui principali nodi economici e sociali del Paese”, sottolineano Francesco Boccia, capogruppo Pd; Stefano Patuanelli, capogruppo M5s; Peppe De Cristofaro, capogruppo Avs; Raffaella Paita, capogruppo Iv.

    “Le quattro forze politiche – si legge in una nota – hanno definito e condiviso una piattaforma di proposte che intervengono sui temi cruciali per la coesione sociale e per la competitività del sistema Italia: lavoro (salario minimo, precari giustizia), fisco (estensione della no tax area, sterilizzazione del drenaggio fiscale, StartTax per i giovani), politiche industriali (ripristino di Transizione 4.0 e estensione a tutta Italia dell’autorizzazione unica ZES), istruzione (abrogazione dei tagli del governo per la scuola, aumento del Fondo di finanziamento per l’università), sanità (incremento del fondo sanitario nazionale per l’assunzione del personale), welfare (ripristino di Opzione donna, potenziamento dell’assegno unico, congedi paritari), sicurezza (blocco dell’aumento dell’età pensionabile per le forze dell’ordine e stop al centro in Albania, destinando i risparmi alla sicurezza)”.

    “L’iniziativa – si evidenzia – conferma che le opposizioni sono in grado di costruire una proposta comune su scelte decisive per il futuro dell’Italia, offrendo un contributo serio e responsabile al miglioramento di una manovra di bilancio del tutto inadeguata ad affrontare i nodi dello sviluppo e della coesione sociale. Le forze politiche promotrici si impegnano a segnalare tutti gli emendamenti condivisi e a sostenere congiuntamente questo pacchetto in Commissione e in Aula, con la volontà di introdurre correttivi significativi alla legge di bilancio a favore di lavoratori, famiglie, giovani, scuola, sanità e impresa”.

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    Un emendamento sopprime l’articolo 106 (Limitazione autonomia scolastica) e sull’Irpef si propone l’estensione della No Tax area a 15euro euro e il trascinamento a 60mila euro dell’aliquota al 33%; soppressione inoltre dell’aumento età pensionabile del comparto sicurezza. Tra i temi delle proposte unitarie anche i congedi paritari, la maggiorazione a 70 euro dell’assegno unico e il ripristino delle misure di Transizione 4.0.

    Si chiede ancora la soppressione dei tagli delle supplenze brevi; la stabilizzazione del personale di giustizia e sull’università l’aumento Ffo (Fondo di finanziamento ordinario) per professori e ricercatori; una start tax per giovani e fondi per la sicurezza della città finanziati con il taglio del protocollo Albania. 

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    “È la legge di bilancio più piccola dal 2014 e avrà un impatto zero sulla crescita, zero sui consumi e addirittura negativo sugli investimenti. Gli investimenti fissi lordi delle imprese andrebbero meglio senza questa manovra: un segnale dell’assenza di visione strategica”, ha commentato Antonio Misiani, senatore e responsabile economia del Pd annunciando “tre emendamenti a costo zero: una legge sul salario minimo per contrastare la contrattazione pirata; l’estensione all’intero territorio nazionale della procedura autorizzatoria semplificata delle ZES; piattaforme e contratti di lungo periodo per ridurre il costo dell’energia per le Pmi”.

    “Abbiamo presentato i nostri emendamenti a questa legge di bilancio. Chiediamo di ampliare la no tax area a 20mila euro, di incrementare l’assegno unico per i figli, maggiori investimenti in sanità e ritornare alle misure che hanno fatto crescere le imprese nel 2019”, ha spiegato a Ostuni il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, a margine di un evento.

    “Questo governo è concentrato sulla spesa in armi, ha creato la massima pressione fiscale da 10 anni a questa parte e ancora – ha aggiunto Conte- costringe le famiglie a svuotare il carrello della spesa”. 

    Tra gli emendamenti di Avs anche la patrimoniale per i super-ricchi

    C’è anche un’imposta sui “super patrimoni” tra le proposte di modifica depositate in commissione Bilancio al Senato alla manovra da Avs. “Abbiamo presentato – sottolinea Tino Magni, capogruppo in commissione dell’alleanza – 533 emendamenti alla pessima manovra di bilancio. Una contromanovra che punta su sanità, casa, lavoro, trasporti, ambiente e welfare per un’Italia diversa, più equa e solidale”.

    “Dopo anni di alta inflazione e salari bassi – evidenzia – proponiamo la sterilizzazione del drenaggio fiscale, il superamento del precariato con la stabilizzazione dei precari dalla ricerca alla giustizia, istituiamo il salario minimo, proponiamo un meccanismo di indicizzazione delle retribuzioni da lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro e il blocco dell’adeguamento automatico alla speranza di vita”.

    “In questi anni di crisi – evidenzia – c’è chi ha fatto enormi guadagni ed è giusto che ora aiuti il Paese e per questo proponiamo un contributo di solidarietà per il settore energetico e uno per il settore della difesa e visto che l’84% degli italiani è favorevole all’introduzione di un’imposta sui super patrimoni, e ritiene giusto redistribuire la ricchezza, Avs presenta un contributo straordinario sulle grandi ricchezze”.

    “Tagliamo la spesa per armamenti e per il Ponte sullo Stretto di Messina – spiega ancora Magni – e via i sussidi ambientalmente dannosi (SAD) per interventi di efficientamento energetico e per incrementare il Fondo nazionale di adattamento al cambiamento climatico. E poi rifinanziamo i centri antiviolenza e il bonus psicologico, proponiamo una imposta ambientale sui prodotti dell’ultra fast fashion, maggiori risorse per riqualificare le carceri e migliorare la vita detentiva, aumentiamo il fondo anti povertà e chiediamo la riduzione delle classi pollaio”, conclude Magni.

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