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Trump: ‘Non sono ancora pronto ad una rottura con Putin’. Il Cremlino: ‘Avanti con la guerra’ – Notizie – Ansa.it

    Il presidente americano Donald Trump ha ribadito in una conversazione con la Bbc britannica la sua delusione verso il collega russo Vladimir Putin per la prosecuzione della guerra in Ucraina, ma ha aggiunto di non essere ancora pronto a una rottura. “Sono deluso, ma non ho chiuso con lui”, ha detto Trump; “ma sono deluso”, ha insistito.

    Pressato a spiegare come intende mettere fine a quello che lui stesso definisce “il bagno di sangue” della guerra russa ucraina, la risposta di Trump à stata: “Ci stiamo lavorando”. 

    Trump è tornato quindi a raccontare del suo ultimo colloquio telefonico con il presidente russo: “Abbiamo avuto una grande conversazione. Gli ho detto: ‘Bene così, penso che siamo pronti ad avvicinarci a chiuderla’ (la guerra). E poi lui ha tirato giù un palazzo a Kiev”. Incalzato a seguire sulla Nato, che in passato egli aveva definito “obsoleta”, il leader della Casa Bianca ha spiegato di aver cambiato idea, rivendicando alle sue pressioni il fatto che l’Alleanza Atlantica stia “diventando l’opposto” che obsoleta: un’organizzazione nella quale “ciascuno paga i suoi conti”.

    Il leader russo però non sarebbe scosso dalle minacce e intende continuare a combattere in Ucraina finché l’Occidente non si impegnerà alle sue condizioni per la pace, e le sue richieste territoriali potrebbero ampliarsi con l’avanzata delle forze russe: lo hanno affermato tre fonti vicine al Cremlino in un’esclusiva sul sito Reuters. Putin ritiene infatti che l’economia e le forze armate russe siano abbastanza forti da resistere a ulteriori misure occidentali, hanno affermato le fonti. 

    Trump si è mostrato inoltre compiaciuto del “rispetto” che afferma di essersi visto tributare dagli altri leader nell’ultimo vertice Nato, inclusi quelli di “Germania, Francia e Spagna”. Pur sottolineando come in fondo gli alleati stiano “solo cercando di essere carini” dopo aver riconosciuto che ci vuole “un sacco di talento” per venire rieletti presidenti degli Usa con l’intervallo di un mandato. Molto positivo, infine, il suo giudizio sul rapporto con il Regno Unito del governo laburista di Keir Starmer, indicato fra l’altro a modello di un’intesa sul commercio e sui dazi.

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    Con parole di ottimismo sul futuro ruolo di Londra nel mondo e sul consolidamento della Brexit, dopo una gestione inizialmente “pasticciata”. “Il vostro primo ministro mi piace davvero, anche se è un liberal”, ha spiegato alla Bbc Trump, che vedrà sir Keir privatamente a fine mese in Scozia e sarà poi protagonista a settembre di un’inedita seconda visita di Stato nel Regno su invito formale di re Carlo III.

    Sovrano verso il quale ha ribadito il suo “grande rispetto”, dicendo di non essersi sentito offeso dalle parole pronunciate di recente a Ottawa sulla sovranità canadese. “Non aveva scelta, ma ha parlato molto bene ed è stato rispettoso”, ha sottolineato, ribadendo comunque che ora gli Usa “stanno negoziando con il Canada” in vista di un accordo “molto buono”.

    Donald Trump ha valutato l’invio a Kiev di missili Tomahawk, capaci di colpire Mosca e San Pietroburgo, secondo il Washington Post, che cita una fonte propria. I Tomahawk non sono inclusi negli attuali pacchetti di aiuti, ma potrebbero esservi in seguito, se Trump decidesse di aumentare la pressione su Putin. Il Wp riporta inoltre che Washington potrebbe autorizzare l’Uraina a usare i 18 missili ATACMS a lungo raggio attualmente nel Paese alla loro massima gittata di 300 km. Kiev potrebbe colpire così basi militari, aeroporti e depositi di rifornimenti nel cuore della Russia. Il pacchetto potrebbe anche includere altri ATACMS. 

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    “Vogliamo un accordo politico sul 18esimo pacchetto di sanzioni alla Russia, siamo molto vicini, spero che avvenga oggi, oggi o al massimo domani, c’è ancora un po’ di lavoro da fare”, ha detto l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas arrivando al Consiglio Esteri.

    “L’Ue si appresta ad approvare uno dei pacchetti di sanzioni più severi contro la Russia. Sono molto dispiaciuta che oggi non abbiamo raggiunto l’accordo, devo dire che eravamo molto vicini per rassicurare la Slovacchia: la Commissione ha risposto alle sue preoccupazioni. Ora la palla passa alla Slovacchia. Sono già passati due mesi. Le sanzioni sono necessarie per privare la Russia dei mezzi per condurre questa guerra”, ha spiegato l’alto rappresentante dicendosi “fiduciosa che
    raggiungeremo una decisione domani”.

    Kallas ha poi definito come “positivi” i segnali che gli Usa hanno realizzato che Mosca non vuole la pace e serve dunque metterle pressione. “Spero che vadano avanti con le loro sanzioni o dazi”, ha aggiunto. Per quanto riguarda il 18esimo pacchetto sanzioni dell’Ue, ha confermato che l’opzione del tetto al prezzo del petrolio russa “è viva, la stiamo discutendo, anche se gli Usa non ne faranno parte”.   

    “Accogliamo con favore l’annuncio del presidente Trump di inviare ulteriori armi all’Ucraina. Tuttavia, vorremmo che gli Stati Uniti condividessero questo onere. L’America e l’Europa stanno collaborando. E se lavoriamo insieme, possiamo esercitare pressione su Putin affinché negozi, dimostrandogli che l’unico modo per porre fine a questa guerra è costringerlo a cedere”, ha detto ancora Kallas.

    “Se paghiamo noi le armi allora si deve parlare di sostegno europeo all’Ucraina e l’Europa sta già facendo il possibile: se offri le armi però poi le paga qualcun altro non le stai dando veramente tu, no?”, ha sottolineato Kallas.

    La Russia, ha poi evidenziato, usa “armi chimiche” contro le truppe ucraine e gli attacchi si stanno “intensificando”. “È sorprendente, ma dall’inizio dell’invasione ci sono stati oltre 9 mila casi di attacchi con armi chimiche proibite, lo dicono i servizi di intelligence di Olanda e Germania e il fatto che stiano aumentando è preoccupante, vuole che Kiev si arrenda”, ha spiegato.

    Meloni: ‘Bene il cambio di postura di Trump verso Putin’

    “Continuiamo a non vedere passi avanti sul lato russo: la Russia continua a colpire civili con attacchi sempre più brutali, che dimostrano quanto poco Mosca sia impegnata a costruire la pace che tutti perseguiamo, nonostante la volontà di dialogo dell’amministrazione Trump, che Putin ha deciso di non accogliere. Vediamo un cambio di postura da parte degli Stati Uniti e lo salutiamo positivamente”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il cancelliere austriaco Christian Stocker, a Palazzo Chigi.

    “L’obiettivo comune è restituire all’Ucraina un futuro di pace, sicurezza e libertà. Per arrivare a questo futuro, il percorso dal nostro punto di vista è duplice: continuare a sostenere l’Ucraina perché si possa difendere, e aumentare la pressione sulla Russia. L’Ucraina ha ripetutamente accettato il cessate il fuoco incondizionato, ha assicurato la disponibilità a sedersi al tavolo delle trattative, mentre sul lato russo continuiamo a non vedere passi avanti”, ha aggiunto la premier.

    “Ho ringraziato l’Austria per il contributo finanziario e umanitario che ha garantito nell’ambito dell’Ukraine recovery conference della scorsa settimana, e per averci aiutato in questa iniziativa”, ha concluso Meloni. 

    Media, Trump a Zelensky, ‘Perché non avete colpito Mosca?’

    Durante una conversazione con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky la scorsa settimana, il presidente statunitense Donald Trump gli avrebbe chiesto: “Perché non avete colpito Mosca?”. Al che Zelensky avrebbe risposto: “Possiamo farlo, se ci fornite le armi”. Lo riporta il Washington Post. Trump ha inoltre affermato che l’Ucraina deve esercitare maggiore pressione su Putin, non solo su Mosca ma anche su San Pietroburgo, aggiunge il giornale. Anche il Financial Times (Ft) riporta oggi la conversazione telefonica tra Trump e Zelensky, che sarebbe avvenuta il quattro luglio scorso, all’indomani della chiamata di Trump al presidente russo Vladimir Putin. L’Ft cita due persone a conoscenza della conversazione tra i leader statunitense e ucraino. “Volodymyr, puoi colpire Mosca? …Puoi colpire anche San Pietroburgo?”, avrebbe chiesto Trump. “Assolutamente. Possiamo farlo se ci date le armi”, avrebbe risposto Zelensky. Trump avrebbe manifestato il suo sostegno all’idea, descrivendo la strategia come mirata a “far sentire loro (i russi) il dolore” e costringere il Cremlino al tavolo delle trattative, secondo le due persone informate sulla chiamata. Un funzionario occidentale, che era stato informato della conversazione, ha affermato che essa riflette un crescente desiderio tra i partner occidentali dell’Ucraina di fornire armi a lungo raggio in grado di “portare la guerra ai moscoviti”. La Casa Bianca e l’ufficio presidenziale ucraino non hanno risposto alle richieste di commento. La conversazione, scrive l’Ft, segna un netto distacco dalla precedente posizione di Trump sulla guerra tra l’Ucraina e la Russia e dalla sua promessa elettorale di porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti nei conflitti esteri.

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