“Hamas deve rilasciare gli ultimi 19 ostaggi morti. Devono farlo ora. E insistiamo” anche con i mediatori “affinché lo facciano. Non entro settimane o mesi, ma immediatamente”. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar parlando ai giornalisti a margine dei Med Dialogues di Napoli, sottolineando che “è una violazione fondamentale dell’accordo”. Sa’ar ha detto di aver “condiviso queste preoccupazioni” con il ministro Antonio Tajani in un “ottimo incontro bilaterale”.
“Il valico di Rafah probabilmente sarà aperto questa domenica. Stiamo predisponendo tutti i preparativi necessari. È anche coordinato con la forza Eubam dell’Unione Europea e, per quanto ne so, anche con gli stessi palestinesi”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri di Israele Gideon Sa’ar in un incontro con la stampa ai Med Dialogues a Napoli. “Quindi, probabilmente sarà aperto questa domenica. Spero che sia aperto e che venga fatto tutto il possibile per renderlo tale”, ha aggiunto.
Il mancato disarmo di Hamas è uno dei punti di preoccupazione rispetto all’implementazione del piano di pace per Gaza per Israele. L’ha detto il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar. “Il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, aspetti essenziali del piano di Trump, devono essere attuati”, ha detto. “Daremo ogni opportunità ai mediatori e ai nostri amici americani di esercitare la loro influenza e di fare tutto il possibile affinché il Presidente Trump ascolti la sua voce, è fermamente determinato a disarmare”, ha aggiunto. Poi riferendosi alle esecuzioni sommarie di cui Hamas si è reso protagonista negli ultimi giorni, ha aggiunto che “se non disarmeranno, non solo rappresenteranno un problema di sicurezza per Israele, e per la stabilità nella nostra regione, ma saranno anche e soprattutto un problema per i palestinesi stessi, perché vedete come usano le armi. Vedete ora nelle esecuzioni, nelle esecuzioni pubbliche per le strade, come usano le armi. Questo è semplicemente inaccettabile nel 2025, e gli Stati terroristi devono essere smantellati”.
Israele precisa che la data per l’apertura del valico di Rafah a Gaza sarà annunciata in un “secondo momento”. L’agenzia di aiuti militari israeliana Cogat, scrive il Guardian, ha detto che sono in corso i preparativi con l’Egitto per aprire il valico di Rafah al transito delle persone, ma la data dell’apertura sarà annunciata in un secondo momento. Gli aiuti umanitari non passeranno attraverso il valico di Rafah, ma continueranno a entrare nella Striscia di Gaza attraverso altri valichi, tra cui quello di Kerem Shalom.
Nonostante i corpi degli ostaggi non siano ancora stati restituiti tutti, l’amministrazione Trump sta lavorando per contribuire a istituire una forza di sicurezza multinazionale per Gaza, a selezionare potenziali leader civili palestinesi e a compiere i primi passi verso la ricostruzione dell’enclave, a partire da Rafah: lo scrive Barak Ravid di Axios citando due consiglieri senior di Trump. Gli Usa stanno facendo pressione su entrambe le parti affinché passino alla fase successiva del processo di pace. Nel frattempo, le priorità sono evitare ulteriori scontri lungo la linea gialla oltre agli aiuti e al ritorno delle salme.
Per l’Anp “il riconoscimento dello Stato di Palestina è importante” e “questo è il momento giusto, vi ci siete avvicinati, fatelo!”. È l’appello arrivato dalla ministra degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese Varsen Aghabekian dal palco del Med Dialogues durante un panel a cui partecipava anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Il riconoscimento dello Stato di Palestina è più vicino ma è difficile dire quando, devono esserci le condizioni che sono ‘no armi, no Hamas'”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo ai Med Dialogues in corso a Napoli. “Non possiamo avere un dialogo con Hamas”, ma “crediamo nell’Autorità nazionale palestinese che è un’autorità molto seria. Credo che il viaggio di Abu Mazen in Italia, il 7 novembre, sia un buon messaggio”, ha aggiunto seduto al fianco della ministra degli Esteri palestinese Varsen Aghabekian.
Fonti al ministero della Difesa fanno sapere che la Turchia parteciperà alla ricerca dei 19 corpi degli ostaggi israeliani ancora a Gaza.
“Le forze armate turche sono pronte a prendere parte alla task force multinazionale che sarà istituita a Gaza”. Lo ha affermato il ministro della Difesa di Ankara, Yasar Guler, come riferisce Hurriyet.
L’annuncio arriva dopo che Yasar ha incontrato ieri a Bruxelles il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, in occasione della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica nella capitale belga, dove ha avuto anche un colloquio bilaterale con il Segretario alla Difesa britannico John Healey e un incontro trilaterale con gli omologhi di Romania e Bulgaria.
Il governo di Gaza guidato da Hamas stima che la guerra abbia lasciato nel territorio un’eredità di 70 milioni di tonnellate di macerie e 20.000 ordigni inesplosi da rimuovere. Lo scrive Sky News. Per fare un paragone, si stima che la guerra in Ucraina abbia prodotto circa 6,4 milioni di tonnellate di macerie nel Paese, secondo quanto riportato dai media ucraini che citano fonti governative.
“Lo incontrerò quando Israele rispetterà i miei diritti, come essere umano e come Stato, quando ci sarà un percorso di pace e un dialogo di pace. Tutto questo ad oggi non c’è e quindi non lo vedrò”. Così la ministra degli Esteri palestinese, Varsen Aghabekian, ha risposto alla domanda se avrebbe incontrato il ministro israeliano Gideon Sa’ar a Napoli, dove entrambi partecipano ai Med Dialogues a Palazzo Reale.
Wafa, 11enne ucciso da soldati israeliani a sud di Hebron
Un bambino palestinese di 11 anni, Mohammad Bahjat Al-Hallaq, è stato dichiarato morto dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco nel villaggio di Al-Rihiya, a sud di Hebron. Lo scrive l’agenzia palestinese Wafa secondo cui i soldati israeliani avrebbero sparato proiettili veri contro un gruppo di bambini che stavano giocando a calcio nel cortile della scuola secondaria femminile di Al-Rihiya. Il bambino è stato colpito da un proiettile che gli ha trapassato il bacino ed è stato trasferito in un ospedale in condizioni critiche, prima di essere successivamente dichiarato morto. Al-Hallaq era uno studente di quarta elementare.
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