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Nawrocki vince per un soffio, sberla a Tusk e ai filo-Ue – Notizie – Ansa.it

     La Polonia di Donald Tusk svolta a destra: al termine di un conteggio al cardiopalma durato tutta la notte, il candidato del Pis Karol Nawrocki si è aggiudicato il ballottaggio per la presidenza battendo sul filo di lana il suo rivale, il sindaco di Varsavia filo-europeista, Rafał Trzaskowski. Al termine dello scrutinio, l’ex buttafuori appassionato di Donald Trump ha vinto con il 50,89% dei voti, mentre il suo avversario si è fermato al 49,11%. Appena 369.500 voti di scarto ma abbastanza per indebolire il governo di coalizione in carica e sferrare un colpo alla leadership del premier Tusk: non solo in Polonia ma anche in Ue, in un momento in cui si trova a guidare la presidenza di turno del Consiglio europeo.

    Il premier polacco Donald Tusk ha chiesto un voto di fiducia al Parlamento dopo la vittoria del nazionalista Karol Nawrocki al ballottaggio delle elezioni presidenziali. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato che chiederà un voto di fiducia al Parlamento, dopo la vittoria del candidato nazionalista alle elezioni presidenziali di ieri. “Il primo banco di prova (per il mio governo, ndr) sarà un voto di fiducia che chiederò presto alla Camera bassa”, ha dichiarato il filoeuropeo Donald Tusk in un discorso televisivo, promettendo di continuare a governare il Paese ed esprimendo la speranza di una cooperazione con il neoeletto Presidente Karol Nawrocki.

     

    L’esito del voto polacco, dopo la sconfitta alle recenti presidenziali in Romania, ha ringalluzzito sovranisti e conservatori, la famiglia europea di cui il Pis fa parte. D’altra parte la nuova svolta a destra della Polonia è vista con una certa apprensione da Bruxelles, che, a caldo, ha comunque ostentato ottimismo sperando che il dialogo con Varsavia non si interrompa. “Sono fiduciosa che l’Ue continuerà la sua ottima cooperazione con la Polonia”, è stato il commento della presidente Ursula von der Leyen.

    “Contiamo sul fatto che le riforme messe in campo dalla Polonia possano continuare”, ha aggiunto Paula Pinho, portavoce della Commissione. “La Polonia è e sarà sempre al centro dell’Europa”, è stata infine la rassicurazione giunta dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Anche Emanuel Macron ha aperto al dialogo: “Continuiamo a costruire un’Europa forte, indipendente e competitiva, che rispetti lo Stato di diritto”, è stato l’auspicio del presidente francese. Tra i sovranisti, invece, è un giorno di festa e di rivalsa. Il primo a esultare è stato Viktor Orban. Per l’unico premier della famiglia politica dei Patrioti, quella di Nawrocki è stata “una fantastica vittoria”.

    “Non vediamo l’ora di collaborare per rafforzare la cooperazione di Visegrad”, ha aggiunto. Secondo Marine Le Pen, l’esito del voto polacco rappresenta “una sconfessione dell’oligarchia di Bruxelles che intende imporre agli Stati membri un’uniformazione delle loro legislazioni senza alcuna volontà democratica”. Anche per Matteo Salvini, Nawrocki è stato premiato “dal voto libero e democratico dei cittadini polacchi, con buona pace dei burocrati di Bruxelles e di tutti quei media che da giorni lo definiscono estremista”. Più pacata la premier Giorgia Meloni che si è limitata a congratularsi con il neopresidente di una “nazione di cui l’Italia condivide valori comuni, solidi rapporti di collaborazione e storica amicizia”.

    Video Presidenziali in Polonia, il sovranista Nawrocki vince con il 50,89%

     

    A Bruxelles, tuttavia, la delegazione di Fratelli d’Italia non ha risparmiato stoccate ai filo-Ue. “Ma quelli che in occasione del ballottaggio romeno parlarono di “pesante sconfitta di Giorgia Meloni” oggi riconosceranno una sua grande vittoria? Chissà perché ma ne dubito”, ha osservato Carlo Fidanza, prevedendo inoltre una possibile crisi per la coalizione di Piattaforma Civica, guidata da Tusk. Timori che, con discrezione, serpeggiano anche nel Ppe. Formalmente la vittoria di Narowcki non cambia tantissimo nella geografia politica della Polonia, finora guidato da Andrzej Duda, anche lui esponente del Pis. Nei fatti, però, l’auspicato (a Bruxelles) ritorno di Varsavia alla piena attuazione dello Stato di diritto rischia di essere rimandato sine die: il presidente della Repubblica polacco il potere di veto su un’ampia gamma di leggi, che Duda ha esercitato più volte.

    Nel frattempo nel Ppe si guarda con interesse all’emergere nel Pis, di un’ala più moderata, lontana dal fondatore Jarosław Kaczyński e da Mateusz Morawiecki. Nei confronti di quella parte del partito di estrema destra, spiegavano nei giorni scorsi fonti del Ppe, le porte non saranno chiuse. Del resto, con una parte dei Conservatori – dai belgi ai meloniani fino ai cechi – i Popolari già da mesi hanno creato un’asse su alcuni temi chiave, come la migrazione o il rinvio dell’applicazione di alcune misure del Green Deal. 

    Il pugile fan di Trump che porta la Polonia a destra

    (di Rosanna Pugliese

    La mossa del candidato che ha voluto a tutti i costi una foto con Donald Trump in piena campagna elettorale mette subito in chiaro come sia davvero schierato il neopresidente polacco, Karol Nawrocki, 42 anni, il sovranista euroscettico che ha vinto le elezioni strappando la maggioranza dei voti nel corso della notte e cogliendo di sorpresa mezza Europa.

    Pugile a tempo perso, una formazione da storico (nazionalista) e un passato in cui fa scalpore l’esperienza da buttafuori immischiato perfino nella gestione di un giro di prostitute, il candidato che contro le previsioni generali ha battuto per un soffio il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, vicino a Donald Tusk, si è presentato alle elezioni di domenica con una lista indipendente, ma è di fatto appoggiato dal Pis di Kaczynski.

    E di questa parte politica, che ha governato il Paese dal 2015 al 2023, rappresenta oggi la riscossa, determinando un “pericolo serio” per il Paese, nella prospettiva di quella metà che non lo sostiene. Il suo predecessore, il presidente uscente Andrzej Duda, che del Pis è espressione, puntava infatti proprio su di lui, per continuare ad azzoppare le riforme messe a punto dal governo del progressista Tusk, impegnato da due anni nel tentativo di reintegrare la Polonia nell’Ue, correggendo le deviazioni di Varsavia soprattutto in materia di stato di diritto. Quarantadue anni, pochissima esperienza politica, ex campione nel sollevamento pesi (si aggiudicò un titolo nazionale quando era ancora un ragazzo), Nawrocki si comporta da ultraconservatore anti-Ue e secondo molti osservatori tenterà di riportare il Paese nelle briglie dei populisti dell’ex di governo di Mateusz Morawiecki, ostacolando l’attuale esecutivo e minandone perfino la stabilità.

    Sposato con tre figli, uno dei quali da un primo matrimonio, il neopresidente ha diretto per anni l’Istituto Nazionale per la Memoria, dopo aver guidato il museo di Danzica – la città in cui è nato – della seconda guerra Mondiale. In campagna elettorale si è pronunciato contro l’ingresso dell’Ucraina nella Nato e l’invio di soldati polacchi in difesa di Kiev, e ha ovviamente impugnato la linea dura sui migranti. “Sono certo che nella notte vinceremo e salveremo la Polonia. Non possiamo lasciare il Paese al monopolio di Donald Tusk”, aveva affermato dopo l’imprudente rivendicazione di vittoria del suo avversario, che era uscito dalla prima tornata elettorale in vantaggio, così come dai primi exit poll.

    Con l’elezione di Nawrocki alla prima carica dello Stato, la Polonia si avvicinerà al conservatorismo radicale dello stile Trump e Vance negli Stati Uniti, ha scritto il settimanale polacco Politica nei giorni precedenti al ballottaggio. Il magazine citava come termini di paragone anche il britannico Nigel Farage, l’ungherese Viktor Orban, nonché l’ultradestra tedesca di Alice Weidel. Ed è questa la svolta che si teme a questo punto, soprattutto a Bruxelles e a Berlino, dove comunque i vertici delle istituzioni stanno esprimendo ogni auspicio di una “collaborazione positiva” con il neopresidente. 

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