Israele si sta preparando all’eventualità che Hamas restituisca entro sera i corpi di due ostaggi deceduti. Lo scrive il Times of Israel. Non è tuttavia ancora del tutto certo se la consegna avverrà stasera, e Hamas non ha ancora annunciato l’intenzione di restituire i corpi degli ostaggi a Israele. Attualmente, i corpi di 13 ostaggi deceduti rimangono trattenuti a Gaza.
Un funzionario israeliano avrebbe affermato che Hamas non conosce la posizione di cinque dei 13 ostaggi deceduti ancora detenuti a Gaza. Lo scrive il Times of Israel, citando a sua volta il quotidiano ebraico Ynet. Il gruppo terroristico, secondo il funzionario, sta “giocando e prendendo tempo, per estendere il cessate il fuoco senza raggiungere la seconda fase che richiede il disarmo”. Il cessate il fuoco richiede ad Hamas la restituzione di tutti gli ostaggi, ma è entrato in vigore all’inizio di questo mese con l’intesa che alcuni dei corpi dei 28 prigionieri deceduti sarebbero stati difficili da trovare nel territorio devastato dalla guerra. Da allora, di fronte alle pressioni israeliane, Hamas ha restituito 15 ostaggi deceduti. Ieri funzionari della difesa israeliani avrebbero riferito al vicepresidente statunitense J.D. Vance che Hamas può restituire i corpi di almeno 10 dei 13 ostaggi deceduti. Altre stime indicano che il gruppo terroristico potrebbe essere in grado di localizzare un numero inferiore di corpi. Nella Striscia sono in corso le operazioni per ritrovare i corpi degli ostaggi.
Al di là del piano in 20 punti di Trump, “non esiste un piano B. Questo è il piano migliore per avere successo Se Hamas rifiuta di disarmarsi, sarà una violazione dell’accordo”. Lo ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio, in visita al quartier generale americano di Kiryat Gat, in Israele, riportato da Ynet. Rubio ha affermato che in questa fase le parti stanno anche gestendo centinaia di chilometri di tunnel che rimangono nella Striscia di Gaza. “Israele sta rispettando gli impegni presi nell’accordo e speriamo di creare le condizioni affinché Hamas non abbia il controllo sulla popolazione. Non accadrà la prossima settimana, ma vogliamo creare le condizioni affinché la gente non abbia paura di Hamas”.
“Abbiamo espresso preoccupazione per quanto sta accadendo nell’Autorità Nazionale Palestinese, che necessita di riforme. A lungo termine, non si tratta di Hamas, non è un’organizzazione terroristica. È un aspetto su cui dovremo lavorare con Israele e altri Paesi”. A Rubio era stato chiesto quale ruolo avrebbe avuto l’Autorità Nazionale Palestinese nel futuro di Gaza. Rubio ha aggiunto inoltre che “L’Unrwa non sarà coinvolta, non ci saranno tunnel o razzi che minacceranno Israele”.
“I morti verranno restituiti e, in caso contrario, l’accordo verrà violato, ma accadrà”, ha detto Rubio. “C’è molto lavoro da fare qui, è qualcosa che non è mai stato fatto prima – ha detto ancora – Questa è una missione storica, abbiamo qualcosa di cui essere orgogliosi e ci attendono non poche sfide. Sarà un lungo viaggio, con alti e bassi, ma possiamo essere ottimisti”. “Dall’altra parte della Linea Gialla, ci sono terroristi armati che stanno brutalmente ferendo la loro stessa popolazione. Tutto questo deve essere gestito, in modo che non ci siano incidenti. C’è anche il coordinamento degli aiuti umanitari in arrivo a Gaza, mentre dietro la Linea Gialla stiamo conducendo un ampio sforzo umanitario perché le aree siano sicure. Stiamo istituendo una forza di stabilizzazione con tutti i paesi che offrono forze e risorse, e stiamo elaborando il mandato più appropriato per essa, che si tratti delle Nazioni Unite o di un’altra forza. Vogliamo che gli aiuti vengano consegnati senza essere saccheggiati e che si creino le condizioni per poter introdurre la forza di stabilizzazione al fine di procedere con la ricostruzione”. Secondo Rubio, molti Paesi hanno espresso interesse a partecipare alla forza, nonostante le notizie secondo cui i Paesi arabi sarebbero restii a entrare nella Striscia di Gaza finché Hamas sarà un’organizzazione armata, e temono anche di essere percepiti come una forza occupante. Rubio si è rifiutato di specificare quali Paesi Israele abbia “posto il veto”, se presenti, né quali Paesi prenderanno parte alla forza. L’obiettivo, secondo Rubio, è “la ricostruzione a lungo termine di Gaza e la creazione delle condizioni affinché quanto accaduto il 7 ottobre non accada più e non rappresenti più una minaccia per Israele”.
Due bambini palestinesi hanno riportato gravi ferite a causa di un’esplosione causata da ordigni inesplosi lasciati dalle forze israeliane, secondo un filmato pubblicato sui social media e verificato dall’agenzia di fact-checking Sand di Al Jazeera. L’esplosione è avvenuta mentre i due ragazzi tornavano alla loro casa distrutta nel quartiere di al-Nasr, nella parte occidentale di Gaza City, secondo il post sui social media. I due sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Al-Shifa per le cure necessarie. Il Gaza Center for Human Rights ha segnalato la presenza di 20 mila ordigni inesplosi, provenienti da bombe, razzi e granate sganciati dall’esercito israeliano negli ultimi due anni.
Stamattina, a quanto riporta l’agenzia palestinese Wafa, coloni israeliani hanno dato fuoco a diversi veicoli palestinesi nella città di Deir Dibwan, a est di Ramallah, nella Cisgiordania. Fonti locali hanno riferito a Wafa che i coloni hanno attaccato la zona di Al-Tall della città e hanno incendiato diversi veicoli parcheggiati davanti alle abitazioni palestinesi. Non sono stati segnalati feriti durante l’assalto. Questo incidente si verifica, sottolinea l’agenzia palestinese, in un momento di crescente violenza da parte dei coloni in tutta la Cisgiordania occupata, in particolare durante la stagione della raccolta delle olive, con gruppi armati di coloni che intensificano gli attacchi contro agricoltori, proprietà e terreni agricoli palestinesi.
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