Mentre il quotidiano La Stampa era in sciopero e La Repubblica in assemblea permanente, è intervenuto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alberto Barachini per convocare azienda e a seguire sindacati e, in due incontri messi in agenda per domani, fare chiarezza nella vicenda dell’ipotesi di cessione che ha messo in allarme le forze politiche ed istituzionali. Il tema che solleva la preoccupazione (quasi) bipartisan è l’ipotesi di vendita delle attività editoriali che fanno capo a Exor tramite Gedi ad Antennauno, di proprietà dell’armatore greco Theo Kyriakou.
Per la segretaria del Pd Elly Schlein “le informazioni che circolano sulla vendita del gruppo Gedi sono allarmanti” tanto che non nasconde la preoccupazione per i rischi ”di indebolimento o addirittura di smantellamento di un presidio fondamentale della democrazia”. E l’opposizione insieme Avs-Pd-M5s, chiede che il governo riferisca sulla vendita.
Solidarietà per i giornalisti anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa che si propone come intermediario: ”Credo che le vostre preoccupazioni siano giustificate e che le proprietà hanno diritto a cambiare, cedere, vendere ma non hanno il diritto di imporre linee di condotta univoche alla redazione. Le vostre preoccupazioni non solo le capisco ma sono a vostra disposizione, anche come intermediario perché abbiate soddisfazione nelle risposte che attendete riguardo alle vostre preoccupazioni”.
Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo sottolinea che “La Stampa e La Repubblica sono un patrimonio storico dell’informazione e della cultura del nostro Paese”. A suo avviso “La stampa deve continuare ad avere proprietà trasparenti e solide, capaci di garantire ancora quella libertà di informazione che è storicamente uno dei capisaldi della nostra Repubblica. Per questo considero necessario che, nel caso di un passaggio di proprietà, siano illustrati piano industriale e conseguenti garanzie occupazionali”.
E la solidarietà si espande dalla politica fino al territorio e agli organi professionali. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, dice che ”sarà al fianco dei colleghi e di tutti i lavoratori del gruppo Gedi per una giusta battaglia in difesa della dignità del lavoro e dell’autonomia della professione”. Intanto, in attesa dell’incontro di domani con il sottosegretario Barachini, a proporre una soluzione al governo è il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia: “Di fronte a quanto sta avvenendo nelle redazioni di Repubblica e Stampa, il governo italiano non può restare silente e fermo.
Palazzo Chigi deve assumere un’iniziativa immediata di fronte a quella che appare come una vera e propria dismissione di un patrimonio della democrazia italiana. Per la tutela di beni e capitali strategici di interesse nazionale viene spesso evocato il Golden Power. Utilizzato da questo Governo per molto meno”.
Nel frattempo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, senatore della Lega, pur garantendo l’attento monitoraggio dell’evolversi della situazione nella consapevolezza del ruolo strategico che l’informazione ricopre per il Paese, rileva che “la trattativa sulla cessione dell’ex Gruppo Espresso è un’occasione da cogliere per aprire finalmente una stagione di maggiore pluralismo e concorrenza ma può essere anche il segnale del definitivo trasloco degli Elkann dall’Italia con tutte le conseguenze del caso”. E secondo il leader di Azione Carlo Calenda la cosa non finirà qui: “Dopo le elezioni del ’27 chiuderanno anche le fabbriche (semivuote) di Stellantis”.
In serata la nota del comitato di redazione di Repubblica. “II Cdr di Repubblica ha proclamato per venerdì 12 dicembre lo sciopero a tutela della nostra identità e del perimetro di lavoratrici e lavoratori del giornale di fronte all’annunciata cessione di Repubblica e di tutto il gruppo Gedi da parte dell’editore. Il sito non sarà aggiornato dalle 7 di domani alle 7 di sabato 13”.
Repubblica in sciopero venerdì 12 dicembre
“II Cdr di Repubblica ha proclamato per venerdì 12 dicembre lo sciopero a tutela della nostra identità e del perimetro di lavoratrici e lavoratori del giornale di fronte all’annunciata cessione di Repubblica e di tutto il gruppo Gedi da parte dell’editore. Il sito non sarà aggiornato dalle 7 di domani alle 7 di sabato 13”. E’ quanto si legge in una nota del comitato di redazione del quotidiano.
Cgil, ennesima fuga degli Elkann da Torino e dal Piemonte
“La vendita del gruppo Gedi, ramo d’azienda della Exor (finanziaria della famiglia Agnelli) rappresenta chiaramente la politica industriale che gli Elkann stanno attuando da tempo: abbandonare Torino e il Piemonte”. E’ il commento dei segretari generale di Cgil Piemonte e Cgil Torino, Giorgio Airaudo e Federico Bellono.
“Siamo vicini alle giornaliste e ai giornalisti, alle lavoratrici e ai lavoratori di tutte le redazioni del gruppo Gedi – affermano – per l’ennesima svendita messa in atto da Exor. La politica e le istituzioni devono pretendere garanzie dalla proprietà, perché in gioco non c’è solo una possibile crisi occupazionale, ma il diritto a un’informazione libera.” Per Airaudo e Bellono “La Stampa, la Repubblica, la Sentinella del Canavese, storici giornali che raccontato il territorio torinese, rappresentano un patrimonio da tutelare e non da liquidare al miglior offerente. Le giornaliste e i giornalisti meritano risposte, rassicurazioni sui livelli occupazionali e sulla possibilità di continuare a svolgere liberamente il proprio lavoro: quello di informare cittadine e cittadini”.
Avs-Pd-M5s, il governo riferisca sulla vendita del gruppo Gedi
“Che almeno il ministro Urso venga in Aula per informativa, questo silenzio verso la fuga dell’amico Elkann è intollerabile”. Lo ha chiesto in Aula il vicepresidente di AVS alla Camera Marco Grimaldi il quale ha sottolineato “la gravità delle scelte del gruppo Gedi nella trattativa con il gruppo greco Antenna dell’armatore Theo Kyriakou per la cessione di Repubblica, le radio, e le attività digitali. La Stampa, a quanto pare, non interessa ai greci ma potrebbe andare a NEM, l’editrice di Enrico Marchi. Aprire la porta al gruppo greco significa votarsi a un futuro del tutto incerto: incerto per la linea editoriale dei giornali, incerto per il mantenimento degli organici. I giornalisti sono entrati in stato di assemblea permanente, a loro va la nostra solidarietà, sono stati colpiti e umiliati. Trattati come merce. Usa e getta. Siamo di fronte all’ennesimo piano di svendita italiana scelto da un imprenditore che sa fare bene una cosa: prendersi i dividendi e fuggire. Che razza padrona! Aspettiamo il ministro Urso per capire il piano industriale e le garanzie di salvaguardia per l’occupazione”, ha detto Grimaldi.
“Anche il nostro gruppo si associa alla richiesta di un’informativa urgente al governo sulla vendita del gruppo Gedi. E’ una vicenda che va avanti da mesi nella assoluta opacità”, gli ha fatto eco il dem Federico Fornaro. Il quale ha ribadito “la vicinanza del Pd ai giornalisti”, la cui storia e professionalità “merita rispetto”. Anche Chiara Appendino del M5s ha chiesto l’informativa dell’esecutivo: “Solidarietà alla comunità del gruppo che sta vivendo un momento difficile. Chiediamo trasparenza, siamo preoccupati”.
Ordine dei giornalisti, solidarietà e vicinanza ai lavoratori del gruppo Gedi
”Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori del gruppo Gedi, oggetto di una ulteriore umiliante svendita che crea sconcerto e profonda preoccupazione per lo smantellamento in atto di voci fondamentali nella difesa del pensiero critico e della democrazia del Paese”. Lo scrive l’Odg in una nota. ”Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti sarà al fianco dei colleghi e di tutti i lavoratori del gruppo Gedi per una giusta battaglia in difesa della dignità del lavoro e dell’autonomia della professione. Solidarietà ai colleghi della Stampa che oggi non sono in edicola in seguito alla sofferta decisione, presa a termine di una lunga assemblea che come scritto nel comunicato del CDR “conclude una giornata drammatica per la storia della nostra testata”.
E solidarietà ai colleghi di Repubblica che hanno proclamato lo stato di agitazione, a fronte della svendita ad un gruppo straniero che non ha presentato alcun piano di rilancio né offre certezze sul piano occupazionale e sul profilo identitario della testata”, scrive ancora l’Ordine. “Dopo che nei giorni scorsi l’editore aveva annunciato l’intenzione di cedere tutte le attività del gruppo, dopo lunghi mesi di trattative sempre smentite dall’azienda, “il comitato di redazione- si legge ancora nel comunicato della Stampa- nel tardo pomeriggio di mercoledì 10 dicembre ha incontrato il presidente del gruppo Gedi Paolo Ceretti, l’amministratore delegato Gabriele Comuzzo, l’amministratore delegato di Gnn Corrado Corradi e il responsabile del personale Alessandro Bianco per il primo confronto ufficiale sul tema. L’esito è stato sconcertante, sconfortante e umiliante per la redazione. Con nostro grande sconcerto nel corso dell’incontro è stato confermato che tutte le attività editoriali che fanno capo a Exor tramite Gedi sono in vendita”, ricorda l’Ordine nella sua nota di solidarietà. ”Da tempo è in corso una trattativa con il gruppo greco AntennaUno (interessato esclusivamente a Repubblica e alle sue radio) che ha dichiarato disinteresse degli investitori greci per la Stampa. L’obiettivo – spiega ancora l’Odg – sarebbe di chiudere in parallelo le due operazioni di vendita nel giro di due mesi. Nessuna garanzia viene fornita sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo, dalle infrastrutture digitali alla produzione dei video. “In gioco – ricordano i colleghi della Stampa- c’è una testata che ha scritto la storia del giornalismo con un forte radicamento territoriale e una proiezione internazionale che non può essere né svenduta né scaricata a un qualsiasi compratore.
La redazione metterà in campo tutte le sue forze per difendersi con ogni mezzo da quello che considera un attacco senza precedenti alla sua dignità e a 150 anni di storia.” Anche i colleghi di Repubblica oggi sono in assemblea e hanno dichiarato l’inizio dello stato di agitazione permanente con l’annuncio della sospensione immediata della partecipazione a tutte le iniziative editoriali della testata non legate allo stretto necessario per l’uscita del giornale e l’aggiornamento del sito. “Siamo pronti a una stagione di lotta dura a fronte della cessione ad un gruppo straniero che non ha presentato un piano industriale né un programma di rilancio. – dichiarano in un documento votato dall’assemblea- Ostacoleremo in ogni modo la scelta degli attuali vertici societari di non chiedere alcuna garanzia per il mantenimento dei livelli occupazionali e la salvaguardia dell’identità politico-culturale di un giornale come Repubblica, che costituisce dalla sua fondazione, 50 anni fa, un pezzo della storia e della politica nazionale. Ci impegniamo fin da oggi a combattere con ogni strumento a nostra disposizione, la difesa di queste fondamentali garanzie democratiche.” L’articolato documento si conclude con l’affermazione “Fin da oggi torneremo a ripetere all’attuale azionista di riferimento che dirsi imprenditori comporta anche una responsabilità sociale nei confronti di oltre cinquecento lavoratori e delle loro famiglie”, conclude la nota del Consiglio Odg.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
www.ansa.it (Article Sourced Website)
#sottosegretario #alleditoria #Alberto #Barachini #convoca #vertici #Gedi #cdr #Notizie #Ansa.it
