Skip to content

Il premier palestinese: ‘Hamas deponga le armi e lasci Gaza’ – Notizie – Ansa.it

    Hamas deve “deporre le armi”, “rilasciare gli ostaggi” e rinunciare al controllo di Gaza”: lo ha detto il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa intervenendo alla conferenza dell’Onu sulla soluzione a due Stati. Lo riporta il Times of Israel. “Tutti i paesi hanno la responsabilità di agire ora per porre fine alla guerra contro il nostro popolo a Gaza e in tutta la Palestina, per garantire il rilascio degli ostaggi e i prigionieri e per assicurare il ritiro delle forze di occupazione israeliane”, ha affermato Mustafa aggiungendo che l’Autorità nazionale palestinese (Anp) è pronta a coordinarsi con una forza araba per contribuire a stabilizzare Gaza dopo la guerra.

    Mustafa ha suggerito che Hamas trasferisca le sue armi all’Anp. Sebbene Israele si sia dichiarato aperto all’assistenza di Paesi arabi come gli Emirati Arabi Uniti, questi ultimi hanno condizionato tale sostegno al coinvolgimento dell’Autorità Nazionale Palestinese, che Israele ha a lungo respinto, paragonando la più moderata Ramallah ad Hamas. “Dobbiamo tutti lavorare per riunificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, senza occupazione, assedio, insediamenti, sfollamenti forzati o annessioni”, ha affermato Mustafa. “Dobbiamo ricostruire Gaza con e per il nostro popolo, porre fine all’occupazione, raggiungere l’indipendenza palestinese e attuare la soluzione dei due Stati, in cui Palestina e Israele vivano fianco a fianco, in pace e sicurezza, per raggiungere la pace, la sicurezza e la prosperità nella regione”. 

     

    Nella Striscia di Gaza “la fame è reale” e colpisce anche i bambini, altro che fake news. A riconoscerlo apertamente è ormai pure Donald Trump che dalla Scozia prende stavolta le distanze da Benyamin Netanyahu e dai tentativi del governo israeliano e dell’Idf di negare la carestia indotta paventata da mesi da tutte le maggiori organizzazioni internazionali, dall’Onu in giù: ben oltre le sole fonti vicine a Hamas.

    Video Netanyahu: ‘Non c’e’ fame a Gaza’

    L’occasione per alzare la voce è stato un faccia a faccia con il primo ministro britannico Keir Starmer nel lussuoso resort di proprietà della famiglia del presidente americano a Turnberry, nella contea scozzese dell’Ayrshire. Teatro di un nuovo evento all’insegna della cosiddetta ‘diplomazia del golf’ dopo l’incontro di ieri con Ursula von der Leyen per la chiusura di un accordo leonino con l’Ue sui dazi. Faccia a faccia dedicato in questo caso soprattutto alla politica estera, con la doppia stretta evocata da The Donald – almeno a parole – nei confronti sia di Vladimir Putin (per la guerra in Ucraina), sia di Netanyahu.

    Video Trump: ‘A Gaza i bimbi affamati ci sono’

    Una stretta invocata dall’alleato Starmer, pressato in patria sull’emergenza Gaza da uno sdegno che dilaga nel mondo politico come nella società. E preso di mira per le esitazioni che in veste di leader moderato dell’esecutivo laburista continua per ora a mostrare rispetto alle sollecitazioni ad affiancare quanto meno la Francia di Emmanuel Macron nel riconoscimento simbolico unilaterale dello Stato di Palestina annunciato di fronte alle Nazioni Unite per settembre: senza continuare a legarlo alla ripresa futura d’un processo di pace, se e quando ci sarà. Incalzato dai giornalisti sulle ultime affermazioni del premier israeliano secondo cui a Gaza “la fame non c’è”, Trump da Turnberry non ha usato mezzi termini. Parlando di “una fame vera”, su cui non si può fingere, e aggiungendo che “Israele ha una grande responsabilità sul flusso degli aiuti”. Oltre che sulla malnutrizione che affligge in particolare i più piccoli: “Basandomi sulle immagini della televisione quei bimbi sembrano molto affamati”, ha tagliato corto al riguardo.

    Video Trump annuncia centri di distribuzione alimentare per Gaza

    Una situazione dinanzi alla quale gli Usa “stanno mandando molto denaro e altre nazioni stanno incrementando gli aiuti”, ha assicurato, non senza promettere l’istituzione di nuovi “centri di distribuzione alimentare” nella Striscia per “nutrire i bambini e i civili”: in una terra ridotta a “un macello” laddove “ora servono cibo e sicurezza”. Centri non circondati “da reticolati”, ha precisato, a differenza di quelli affidati in numero limitatissimo negli ultimi mesi alla controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), e divenuti – secondo denunce ripetute – trappole mortali per decine e decine di persone in coda. Trump nello stesso tempo non ha mancato di tornare a puntare l’indice contro Hamas, accusata di trattenere come estremo “scudo umano i 20 ostaggi” israeliani che sarebbero rimasti nelle sue mani. Nonché sull’Iran, “intromessosi” a suo dire nei recenti negoziati di Doha con “messaggi negativi a Hamas” tali da contribuire a far saltare l’accordo su un cessate il fuoco. Cessate il fuoco che peraltro il leader della Casa Bianca considera ancora “possibile”, mentre chiede a pubblicamente a Netanyahu di “mettere fine” all’escalation militare. Toni più in sintonia che mai con quelli di Starmer, secondo il quale nella Striscia “la crisi umanitaria” è a un livello da “catastrofe assoluta”. E a cui fa eco da Bruxelles l’iniziativa della Commissione europea di proporre una sospensione parziale dell’accesso d’Israele al programma Ue di finanziamento alla ricerca Horizon. Mentre sul riconoscimento dello Stato palestinese, il presidente-magnate svicola, dicendo di non voler “prendere posizione”. Ma non contesta a Londra il diritto di averne una.

    Per approfondire Agenzia ANSA Parolin: ‘Riconoscere la Palestina non è prematuro’ – Notizie – Ansa.it Parigi apre la conferenza Onu sui due Stati: ‘Non c’è alternativa’ (ANSA)

    Sul terreno, intanto, la ripresa parziale degli aiuti, frutto anche delle pressioni su Israele, non impedisce al conto dei morti, addebitati alla fame o ai rinnovati raid dell’Idf in alcune aree di Gaza, di continuare ad aggravarsi. Mentre in Cisgiordania ritornano le violenze dei coloni, denunciate in particolare – con la copertura di unità dell’esercito – nel villaggio cristiano palestinese di Taybeh: attacchi contro case e auto scatenati al grido di slogan razzisti tipo “Fuori gli arabi o morte” e bollate da fonti della Chiesa cattolica come di stampo “terroristico”. Scenari che inducono due tra le più irriducibili associazioni pacifiste israeliane, B’Tselem e Medici per i Diritti Umani, a elevare la loro protesta di nicchia per quanto accade a Gaza fino a rompere un tabù: quello sulla parola “genocidio”.

    Per approfondire Agenzia ANSA Lettera di 58 ex ambasciatori europei: ‘Agire nei confronti di Israele’ – Notizie – Ansa.it Destinata ai vertici di Bruxelles: ‘Assistiamo all’orribile spettacolo degli israeliani che compiono quotidianamente crimini di atrocità contro il popolo palestinese’ (ANSA)

     

       

    Riproduzione riservata © Copyright ANSA

    www.ansa.it (Article Sourced Website)

    #premier #palestinese #Hamas #deponga #armi #lasci #Gaza #Notizie #Ansa.it