Giorgio Armani ha voluto che l’ultimo saluto fosse riservato alla famiglia, agli amici e ai più stretti collaboratori: nel borgo piacentino di Rivalta che tanto amava, sulle rive del Trebbia, il torrente la cui sabbia grigio-beige lo aveva ispirato fin dall’inizio della carriera nei colori delle sue creazioni.
Ma alcune decine di persone si sono ugualmente assiepate – assieme a giornalisti, fotografi e operatori – attorno all’ingresso transennato dell’antico complesso fortificato e al passaggio del feretro qualcuno ha lanciato petali bianchi. Fiori dello stesso colore anche all’esterno della piccola chiesetta intitolata a San Martino, decine di corone e una – sul sagrato – con un messaggio scritto in oro da chi lo conosceva bene: “Con tanto affetto, i suoi dipendenti”.
“Armani è stato custode del giardino della bellezza creato da Dio – ha detto monsignor Giuseppe Busani, amico dello stilista e parroco di Rivalta, che ha celebrato i funerali -. Siamo riconoscenti per la scelta di questo luogo, ci sentiamo amati e stimati. Il legame con Rivalta è stato vissuto sulla terra per tanti anni e continuerà nel cielo. Qui si sono celebrati molti eventi della famiglia Armani. Qui è custodita la sacralità della vita, degli affetti e dei legami che non finiscono ma si trasformano”.
Video L’arrivo del feretro a Rivalta, nel Piacentino
Il borgo fortificato di Rivalta, che fa parte dell’omonima frazione del comune di Gazzola, sulle prime colline della Valtrebbia, a 16 chilometri dalla città, ospita il castello, una fortificazione di antichissima origine (si pensa risalente all’anno Mille), dove si possono ammirare i vessilli esposti durante la Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571. Il maniero è storicamente meta di nobili famiglie europee e ha ospitato per alcune estati le vacanze della principessa Margaret, sorella della Regina Elisabetta II.
“Armani adorava Rivalta – ha confermato il conte Orazio Zanardi Landi, proprietario del castello – per i legami affettivi che qui aveva coltivato, specialmente con la sua famiglia che qui riposa e alla quale ora si ricongiungerà”.
Le esequie si sono svolte in forma strettamente privata, ammesse circa trenta persone tra famigliari e amici. Il borgo era stato chiuso e gli accessi transennati, con un’unica eccezione per una coppia di milanesi che nella tarda mattinata si sono sposati nella piccola chiesa di San Martino che qualche ora dopo ha ospitato il funerale.
Non vi sono conferme ufficiali, ma è molto probabile che il corpo di Armani sia cremato e le ceneri tumulate nei prossimi giorni nella cappella di famiglia del piccolo cimitero appena fuori dal castello, sui cui vialetti sono state piantate rose bianche, accanto alla mamma, Maria Raimondi, mancata nel 1999, al padre Ugo Armani (di cui viene ricordato il passato di calciatore del Piacenza) e al fratello Sergio.
A Piacenza, come a Milano, è stato proclamato un giorno di lutto cittadino. Nella città emiliana Armani era nato l’1 luglio 1934 per allontanarsene temporaneamente qualche anno dopo verso la Valtrebbia per sfuggire ai bombardamenti e definitivamente nel 1949 con la famiglia che si trasferì a Milano, dove lo stilista ha completato gli studi liceali. L’ultimo ritorno è avvenuto poco più di due anni fa, quando l’Università Cattolica gli conferì la laurea honoris causa in Global Business Management. Ma il legame con la sua terra d’origine è rimasto fortissimo per tutta la sua vita: a Piacenza e a Rivalta lo stilista capitava spesso, in città anche solo per vedere un film senza essere assediato dai fan e nel piccolo borgo per mangiare i “tortelli con la coda” alla Locanda del Falco.
Il piccolo borgo di Rivalta, nel Piacentino.
La chiesa di San Martino a Rivalta
Rivalta, un borgo blindato
Il paese è blindato con rigorose misure di sicurezza per assicurare la privacy. Alla cerimonia ammesse solo poche decine di persone, fra familiari, collaboratori e amici.

Il borgo di Rivalta
Il parroco di Rivalta: ‘Armani custode del giardino della bellezza’
“Giorgio Armani è stato custode del giardino della bellezza creato da Dio. Lui lo ha vissuto con la nobile semplicità che lo ha caratterizzato. Una creazione spesso ferita, ma lui ha contribuito a renderla nuova e trasfigurarla”, ha detto monsignor Giuseppe Busani, parroco di Rivalta. “Siamo riconoscenti per aver scelto questo luogo, ci sentiamo amati e stimati – ha aggiunto – il legame con Rivalta è stato vissuto sulla terra per tanti anni e continuerà nel cielo. Qui si sono celebrati molti eventi della famiglia Armani. Rivalta dunque custodisce la sacralità della vita, degli affetti e dei legami che non finiscono ma si trasformano”.
“Il desiderio del maestro Giorgio era senz’altro ritornare vicino ai suoi cari. Qui c’è la cappella che custodisce le spoglie della mamma Maria, del fratello Sergio e di papà Ugo e credo che sia una cosa meraviglia quella di unirsi qui sulla terra per essere uniti in cielo”, aveva detto il parroco ai microfoni di Storie Italiane su Rai1.
“Nell’omelia cercheremo di parlare più con parole che provengono da Dio perché davanti al mistero della morte la nostra parola è sospesa e un po’ interrotta – ha aggiunto -. Ma Dio ha parole buone anche sulla morte perché sono parole che ti dicono che c’è un oltre. Lui ha sempre tentato di andare oltre le convenzioni, gli opportunismi e gli schemi e adesso da questo Dio che abita all’infinito sarà condotto fino a Lui e alla sua presenza”.
“Impressiona molto la loro discrezione e il loro desiderio di vivere un momento intimo e intenso, direi proprio religioso, sacro – ha osservato don Giuseppe a proposito della scelta di svolgere i funerali in forma privata -. Lo faremo e cercheremo di farlo con lo stile che il maestro ci ha insegnato. Lo chiamerei di una nobile semplicità, per essere anche immagine di quella bellezza che lui ci ha insegnato, di cui è stato maestro.
Ma nella vita religiosa e nell’esperienza della preghiera questo è già dato come dono, come data la bellezza del Dio Creatore di cui lui è stato un po’ l’artefice, il custode che ha coltivato con grande genialità”, ha aggiunto.
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