Nove persone sono state arrestate da polizia e guardia di Finanza. Sono accusate di aver finanziato Hamas per sette milioni di euro attraverso associazioni. I provvedimenti cautelari sono stati emessi nell’ambito una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. Eseguite misure cautelari nei confronti di nove indagati, destinatari tutti della custodia in carcere, e di tre associazioni.
C’è anche il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia tra gli arresti nell’operazione di polizia e guardia di finanza. Gli investigatori definiscono Mohammad Hannoun ‘membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas’ e ‘vertice della cellula italiana dell’organizzazione Hamas’.
A eseguire l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, emessa dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, i polizotti della Digos e i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Genova e del Nucleo Speciale della Polizia Valutaria.
Video Finanziamenti ad Hamas per 7 milioni di euro attraverso associazioni, 9 arresti
L’indagine è partita dall’analisi di operazioni finanziarie sospette e si sarebbe sviluppata grazie a scambi informativi con altri uffici inquirenti italiani e con le autorità dei Paesi Bassi e di altri Paesi della Ue. Per gli inquirenti, il “finanziamento delle attività terroristiche” sarebbe avvenuto attraverso tre associazioni di beneficenza. In particolare, gli arrestati vengono accusati di aver “contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro”, con “operazioni di triangolazione” attraverso bonifici bancari o con altre modalità attraverso associazioni con sede all’estero, in favore di associazioni con sede a Gaza “dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas” o “direttamente a favore di esponenti di Hamas, in particolare, ad Osama Alisawi, già Ministro del governo di fatto di Hamas a Gaza, che in varie circostanze sollecitava tale supporto finanziario”.
“Pur con la doverosa presunzione di innocenza che va sempre riconosciuta in questa fase, è stato squarciato il velo su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista. Un pericolo rispetto al quale c’è la massima attenzione da parte del nostro governo”, ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Uno degli arrestati è stato prelevato dai Gico e polizia di Stato a Firenze, in via del Campuccio, nell’alloggio dove abita. L’arresto è stato fatto stamani, l’uomo non ha opposto resistenza. Secondo quanto appreso, sarebbe un fiancheggiatore dell’organizzazione. Nell’abitazione sarebbe stato effettuato il sequestro di documenti e altro materiale.
“Mohammad Hannoun e i suoi stretti collaboratori hanno costituito in Italia una cellula di Hamas e da molti anni operano, per mezzo della Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (A.b.s.p.p.), nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica”. Lo rende la polizia in un comunicato.
Video Finanziamenti ad Hamas, i passaggi chiave dell’operazione ‘Domino’
Fra gli altri arrestati c’è Ra’Ed Hussny Mousa Dawoud, considerato membro del comparto estero di Hamas e referente con Hannoun della cellula italiana. E’ dipendente dal 2016 di A.b.s.p.p. e corresponsabile della filiale milanese dell’associazione. Membri del comparto estero di Hamas e della cellula italiana sono considerati anche altri tre dipendenti di A.b.s.p.p.: Raed Al Salahat, componente del board of directors della European Palestinians Conference, referente per Firenze e la Toscana di A.b.s.p.p.; Yaser Elasaly, responsabile con Dawoud della filiale milanese; Jaber Abdelrahim Albustanji Riyad. In manette è finito anche Osama Alisawi, ritenuto membro di Hamas, di cui è stato Ministro dei Trasporti del Governo di fatto a Gaza. Presidente del Blocco Islamico dell’Unione degli Ingegneri, è stato cofondatore nel 1994 della A.b.s.p.p. L’accusa per questi sei arrestati è di aver versato negli anni complessivamente 7 milioni e 280 mila euro per Hamas. I fondi venivano raccolti ufficialmente a fini umanitari per la popolazione palestinese, a Genova e in altre località in Italia e all’estero, ma per gli inquirenti “più del 71% finiva al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica”.
Raed Al Sahalat, l’arrestato a Firenze nell’operazione contro i finanziamenti ad Hamas, ritenuto membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica e, dal maggio 2023 e componente del board of directors della European Palestinians Conference, è fra gli arrestati che sono stati intercettati mentre esprimevano apprezzamento su attentati terroristici. Gli altri, arrestati in altre città, sono Mohamed Hannoun, Abou Falastine, Jaber Albustanji Riyad Abdelrahim (questo pure ritratto, in una fotografia in divisa mimetica, armato di lanciarazzi, con i simboli delle Brigate Al Qassam, circondato da uomini armati). Tali espressioni di approvazione per gli attentati, commentano gli investigatori di Gico e polizia, sono “sintomatiche della loro adesione soggettiva all’organizzazione terroristica e, in particolare, alle modalità terroristiche di azione di Hamas”.
Mohammad Hannoun stava per andare definitivamente in Turchia, per trasferire lì le sue attività di finanziamento all’organizzazione terroristica. Per questo, secondo la gip Silvia Carpanini, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sussisteva nei suoi confronti un “concreto e attualissimo pericolo di fuga”. Dalle intercettazioni, è emerso che il programma di trasferirsi fosse ormai in fase di attuazione. Inoltre, secondo la gip del Tribunale di Genova, c’era anche il pericolo di inquinamento probatorio: secondo quanto accertato dagli investigatori, Hannoun e gli altri indagati avrebbero “ripetutamente ripulito” si legge nel provvedimento, i loro dispositivi elettronici.
Le intercettazioni
“Noi ci sacrifichiamo con i soldi e il tempo, ma loro con il sangue”. E’ quanto avrebbe detto il fratello di Mohammad Hannoun, Awad, in una conversazione intercettata nell’agosto del 2024 all’interno dell’auto in uso a uno degli arrestati con l’accusa di aver finanziato Hamas, Ra’Ed Hussny Mousa Dawoud, noto come ‘Abu Falastine’ scrivono gli investigatori. Nel dialogo, contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare, si parla della nomina di Yahya Sinwar a capo di Hamas, dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh. “Va bene…Loro senza di noi vanno avanti?” afferma Dawoud facendo intendere che senza chi si occupa di reperire i finanziamenti all’estero il movimento avrebbe delle grosse difficoltà: “senza quelli all’estero andrebbero avanti??”. E il fratello di Hannoun replica: “Noi… questo movimento è circolare…la nostra generazione si è sacrificata molto”. Tali commenti, che rappresentano la sintesi dell’assunto accusatorio, – scrive il Gip – sono assolutamente espliciti nel riconoscere l’esistenza di un rapporto diretto tra l’organizzazione centrale di Hamas e le sue articolazioni periferiche che sono comunque parti del tutto
Meloni, apprezzamento per l’arresto di 9 persone accusate di finanziare Hamas
Desidero esprimere apprezzamento e soddisfazione per l’operazione, di particolare complessità e importanza, che ha consentito di eseguire gli arresti di nove persone accusate di aver finanziato Hamas, attraverso alcune associazioni, sedicenti benefiche, per oltre sette milioni di euro. Lo afferma la premier Giorgia Meloni in una nota. Tra queste, il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, definito dagli investigatori “membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas” e “vertice della cellula italiana dell’organizzazione Hamas”. Esprimo il più sentito ringraziamento, mio personale e a nome di tutto il Governo, a quanti hanno reso possibile quest’operazione – Procura di Genova, Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, oltre al supporto informativo fornito da AISE-Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna.
I pm, indagini non cancellano crimini di Israele a Gaza
“Le indagini e i fatti attraverso esse emersi non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023 nel corso delle operazioni militari intraprese dal Governo di Israele, per i quali si attende il giudizio da parte della Corte Penale Internazionale,”. Lo scrivono il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Mlillo e il procuratore di Genova Nicola Piacente nella nota sull’operazione che ha portato all’arresto di nove persone accusate di aver finanziato Hamas. “Allo stesso tempo – aggiungono – tali crimini non possono giustificare gli atti di terrorismo (compresi quelli del 7 ottobre 2023) compiuti da Hamas e dalle organizzazioni terroristiche a questa collegate ai danni della popolazione civile, né costituirne una circostanza attenuante”.
Tajani, ‘complimenti a Piantedosi per il blitz contro i finanziatori di Hamas’
“Mi sono congratulato con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per l’importante operazione antiterrorismo di Polizia di Stato e Guardia di Finanza che ha portato allo smantellamento di una organizzazione che finanziava Hamas dall’Italia. Sempre grati alle forze dell’ordine per la loro attività”. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando l’attesto di nove persone accusate di aver finanziato Hamas.
Salvini, spero che i finanziatori di Hamas vengano presi tutti
“Spero che vengano presi tutti. Che vengano espulsi quelli che sono in Italia illegalmente e spero che il processo di pace prosegua nonostante i pro-pal”. Lo ha detto Matteo Salvini a Radio Libertà commentando l’arresto di nove indagati per presunti finanziamenti ad Hamas fra questi Mohammad Hannoun presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia. “Quindi il presidente dei giovani palestinesi, che è stato intervistato centinaia di volte e che mi dava dell’assassino del genocida, come a tutto il governo, era lui un finanziatore dei genocidi”. Ha detto Salvini apprendendo la notizia dell’arresto in diretta durante la trasmissione. “Se oggi a Gaza e a Tel aviv non volano missili e scorre meno sangue non è grazie alla Flottilla, all’Albanese, a Greta Thumberg, alla Schlein ma è grazie a Donald Trump e alla buona volontà dimostrata da palestinesi e israeliani nonostante i fenomeni che in Italia e in Europa hanno fatto casino dalla parte sbagliata” ha detto ancora ricordando che “L’Italia è fra i Paesi non musulmani quello che ha maggiormente aiutato la popolazione palestinese”
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