Lo spettro di Jeffrey Epstein continua a perseguitare Donald Trump. Se dai primi documenti pubblicati il presidente era quasi assente, i nuovi file resi pubblici dal Dipartimento di Giustizia – circa 30.000 pagine – lo collocano più vicino all’ex pedofilo di quanto lui non voglia, pur non emergendo un coinvolgimento diretto nelle attività del finanziere pedofilo. Anche se l’amministrazione si è precipitata a parlare di ‘fake news’ sul presidente.
Il tycoon – come emerge dalle nuove carte – negli anni 1990 avrebbe viaggiato almeno otto volte sul Lolita Express, il jet privato di Epstein, e in almeno un’occasione sarebbe stata presente, oltre a Ghislaine Maxwell, anche una ragazza non identificata di 20 anni. I documenti rivelano inoltre che una donna, anche lei non identificata, nel 2020 raccontò all’Fbi di essere a conoscenza di un “party per prostitute” svoltosi nel 2000 a Mar-a-Lago, dove Trump aveva invitato tutti i presenti a un’altra festa organizzata in onore di Epstein.
I file diffusi contengono anche una lettera che sembra essere stata inviata da Epstein a Larry Nassar, il medico della nazionale Usa di ginnastica condannato per abusi contro decine di giovani atlete. Risale a quando il finanziere era già in carcere nel 2019. Nelle missiva c’è un riferimento “all’amore per le giovani donne del nostro presidente”, all’epoca Donald Trump: “Quando una giovane bellezza gli passava accanto, amava ‘palpeggiarla’, mentre noi ci siamo ritrovati a mangiare cibo scadente nelle mense del sistema carcerario. La vita è ingiusta”, scriveva Epstein.
Consapevole della sensibilità delle informazioni diffuse, il Dipartimento di Giustizia ha accompagnato la pubblicazione dei nuovi file con una ben precisa quanto inusuale postilla: il materiale diffuso “include affermazioni false e sensazionalistiche” contro il presidente. Il tentativo di minimizzare i danni e mettere al riparo l’inquilino della Casa Bianca non è però riuscito a placare l’ira per la diffusione a rilento delle carte da parte delle autorità americane (finora circa 130.000 pagine sull’oltre un milione a disposizione).
E rompendo il silenzio da quando sono stati diffusi i primi file, Trump non ha parlato del suo coinvolgimento: a sorpresa ha invece simpatizzato con Bill Clinton – “mi è dispiaciuto vedere le sue foto” – e ha criticato i democratici per avere forzato la pubblicazione di documenti con l’unico obiettivo di “distrarre” l’opinion pubblica dai successi dell’amministrazione. “Molte persone sono arrabbiate per la pubblicazione delle foto – ha detto il presidente da Mar-a-Lago – Persone che non hanno nulla a che fare con Epstein ma sono in una foto con lui perché erano a una festa” e vedono la loro “reputazione rovinata”.
La presa di distanza di Trump non ha comunque sortito alcun effetto. E mentre si fa notare il silenzio assordante di molti repubblicani, i democratici continuano a incalzare minacciando l’avvio di un’azione legale, fino ad arrivare all’impeachment contro la ministra della Giustizia, Pam Bondi. Deluse dalle carte rese note finora anche le vittime di Epstein, che chiedono maggiore trasparenza e lamentano che alcuni dei loro nomi non sono stati censurati dai documenti.
I nuovi file diffusi contengono anche un passaporto falso di Epstein, ma non i dati finanziari che tutti attendono sull’ex finanziere. Mentre nuovi elementi imbarazzanti spuntano per l’ex principe Andrea. Spunta infatti una email col mittente ‘The Invisible Man’ inviata nel 2001 dalla residenza reale di Balmoral a firma ‘A’ a Maxwell per chiederle di presentargli “nuove amiche spudorate”.
I documenti, infine, rischiano anche si ridare slancio alle teorie complottiste secondo cui Epstein non si è suicidato. Fra i video diffusi ce n’è uno falso di 12 secondi in cui l’ex finanziare sembra togliersi la vita. Le carte rivelano inoltre i dubbi di uno psicologo sul primo tentativo di suicidio dell’ex finanziere nel luglio del 2019. “Non sappiamo se è stata una messinscena, se qualcun altro l’abbia fatto o se si sia procurato una sorta di abrasione sul collo per attirare l’attenzione”, aveva scritto. Parole destinate a risuonare con forza fra tutti coloro ancora convinti che Epstein sia stato ucciso.
Media, ‘fra i file di Epstein menzionata anche un’accusa di stupro contro Trump’
I documenti su Jeffrey Epstein diffusi dal Dipartimento di Giustizia includono una segnalazione arrivata all’Fbi il 27 ottobre del 2020, poco prima delle elezioni. Il mittente aveva riferito agli agenti una conversazione avuta con un autista di una limousine che aveva accompagnato Donald Trump per Dallas nel 1995. L’autista – secondo quanto riportato dai media – avrebbe sentito una conversazione telefonica in cui Trump parlava con un certo “Jeffrey” facendo riferimento ad abusi su una ragazza. La persona che aveva effettuato la segnalazione aveva poi citato un’altra persona – il cui nome è omesso – che avrebbe riferito che Trump l’aveva violentata insieme a Epstein. Il presidente non è accusato di nulla nel caso Epstein.
‘Il fratello di Epstein, ucciso perché si preparava a fare nomi’
Il fratello di Jeffrey Epstein ha detto all’Fbi nel 2023 che a suo avviso l’ex finanziere era stato ucciso perché si stava preparando a “fare nomi” e che il suo presunto omicidio era stato “autorizzato” da Donald Trump.
E’ quanto emerge dai documenti pubblicati dal Dipartimento di Giustizia, secondo quanto riportato dai media americani.
‘Epstein doveva condividere la cella con un sostenitore di Trump’
Jeffrey Epstein sarebbe dovuto finire in cella con Cesar Sayoc, il sostenitore di Donald Trump condannato a 20 anni di carcere per aver inviato pacchi bomba a esponenti democratici nel 2018. E’ quanto emerge da una email del 24 luglio 2019 contenuta nei file pubblicati dal Dipartimento di Giustizia. Epstein era stato messo sotto sorveglianza anti-suicidio il giorno prima dell’email dopo che gli agenti penitenziati lo avevano trovato a terra nella sua cella con un lenzuolo intorno al collo.
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