Un incendio è scoppiato nella notte tra sabato e domenica in una centrale nucleare russa dopo che le difese aeree del Paese hanno abbattuto un drone ucraino, secondo quanto riferito dal sito stesso. Il “dispositivo è esploso” al momento dell’impatto con la centrale nucleare di Kursk (ovest), provocando un incendio che “è stato domato dai vigili del fuoco”, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram. Non sono state segnalate vittime o feriti, ma la capacità della centrale è stata ridotta. “Il livello di radioattività nel sito della centrale nucleare di Kursk e nell’area circostante non è cambiato e corrisponde ai valori naturali”, prosegue la nota.
E il Pentagono ha bloccato per mesi l’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina per colpire la Russia. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali una procedura di approvazione ad alto livello del Dipartimento della Difesa ha impedito all’Ucraina dalla tarda primavera di lanciare Atacms contro obiettivi russi. Il processo di approvazione dà al capo del Pentagono Pete Hegseth la parola finale sull’uso degli Atacms da parte di Kiev. La procedura ha di fatto ribaltato quanto deciso da Joe Biden che, aveva consentito all’Ucraina di colpire all’interno della Russia con gli Atacms.
Intanto, alla vigilia dell’anniversario dell’indipendenza della nazione dal dominio di Mosca e mentre Mosca tenta in ogni modo di riprendersi l’Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – celebrando la Giornata della bandiera – ha ribadito ieri: “Non lasceremo la nostra terra agli occupanti”. E le truppe ucraine hanno installato bandiere blu-gialle nelle terre di etnia ucraina della regione russa di Kursk, mentre sabato sera Kiev ha lanciato i suoi droni kamikaze verso Mosca e San Pietroburgo.
Le autorità russe, infatti, hanno riferito che le difese aeree hanno abbattuto un drone in volo verso la capiatel e altri verso San Pietroburgo e la regione di Leningrado. “Le difese aeree hanno abbattuto un drone in volo verso Mosca. I servizi di pronto intervento stanno lavorando sul luogo dell’incidente”, ha scritto il sindaco Sergey Sobyanin sul suo canale Max, citato dalla Tass. Il governatore della città di San Pietroburgo, Alexander Beglov, ha riferito sui social media che due droni sono stati abbattuti sulla città, mentre sei droni sono stati intercettati sulla regione di Leningrado. Per gli attacchi, sono state introdotte per un breve periodo restrizioni temporanee in molto aeroporti russi, inclusi quelli di Mosca, San Pietroburgo e Pulkovo.
Nessun cedimento da parte di Zelensky quindi alle richieste del Cremlino, peraltro sempre le stesse dal 2022, quando ha invaso il vicino. “Questa bandiera è l’obiettivo e il sogno di molti dei nostri cittadini nei territori temporaneamente occupati e ricorderemo sempre i nostri eroi di epoche diverse, che hanno combattuto per la libertà con la nostra bandiera in mano”, ha sferzato il presidente ucraino.
L’anniversario (cade il 24 agosto) è una buona occasione per fare politica e Zelensky si è sentito con molti partner, vicini e lontani. Come il premier olandese Dick Schoof – che ha dovuto annullare il viaggio a Kiev poiché gli si è sbriciolato il governo – oppure il presidente del Sud Africa Cyril Ramaphosa. “Ho ribadito la mia disponibilità a qualsiasi formato d’incontro con il capo della Russia, tuttavia vediamo che Mosca sta ancora una volta cercando di trascinare ulteriormente la situazione”, gli ha detto Zelensky. “È importante che il ‘Sud Globale’ invii segnali rilevanti e spinga la Russia verso la pace”.
Un messaggio chiaro consegnato peraltro ad uno dei Paesi fondatori del blocco dei Brics, che stando a Zelensky avrebbe richiesto il colloquio di sua iniziativa. Zelenksy incassa poi la visita dell’inviato speciale di Trump per l’Ucraina, Keith Kellogg, sempre in occasione del 34esimo anniversario per l’indipendenza, così da discutere “dell’intensa attività diplomatica di questa settimana con i leader”.
I colloqui tra le capitali sulle garanzie di sicurezza proseguono senza sosta con l’obiettivo di dare a Kiev, quanto prima, un quadro chiaro di cosa si può aspettare dagli alleati, in modo da presentarsi al bilaterale con Vladimir Putin con una strategia negoziale chiara. La premier Giorgia Meloni, ad esempio, ha rinviato il viaggio nell’Indo-Pacifico previsto in cinque Paesi asiatici tra il 31 agosto e l’8 settembre, proprio a causa degli sviluppi legati al processo di pace e dei colloqui internazionali in corso.
Ma il vertice, come un miraggio, si allontana sempre di più mano a mano che la deadline fissata da Trump si avvicina. Il presidente finlandese Alexander Stubb lo considera ormai “altamente improbabile” dato che il Cremlino intende proseguire le ostilità “almeno fino all’autunno” in modo da “massimizzare i suoi guadagni territoriali”. “Le tattiche dilatorie della Russia continuano”, ritiene Stubb.
Il ministero della Difesa russo non a caso ha rivendicato la conquista di altri due villaggi nel Donetsk (ovvero gli insediamenti di Sredneye e di Kleban-Byk) entrambi verso la direttrice di Kostyantynivka, roccaforte ucraina sulla strada per Kramatorsk. La notte tra venerdì e sabato è stata poi segnata dai consueti attacchi coi droni, con 36 velivoli intercettati su 49 lanciati: i 13 sopravvissuti hanno colpito nelle regioni di Donetsk, Dnipropetrovsk e Sumy.
I russi, insomma, avanzano, seppur lentamente e a costi umani stratosferici. È altrettanto vero, però, che la linea fortificata al momento pare tenere e che Mosca tenta di conquistarla dal 2014, motivo per cui Zelensky non ci pensa proprio a regalarla a Putin per via negoziale, anche perché a quel punto la strada per il Dnipro sarebbe spalancata.
Detto questo, sul fronte delle garanzie si registra la disponibilità della Cina a inviare truppe di peacekeeping in Ucraina nel caso si dovesse raggiungere un accordo negoziato ma solo nel quadro di un mandato dell’Onu. Dove, naturalmente, sia Pechino sia Mosca hanno il veto. E si torna al punto di partenza: la vittima si dovrebbe fidare del suo carnefice. Il che rende improbabile un coinvolgimento del Palazzo di Vetro, a meno che non sia limitato strettamente ad una missione di osservazione del rispetto del cessate il fuoco sulla linea di contatto. Il precedente dell’Osce non depone bene e Kiev è scettica.
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