Il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana dice no all’ipotesi di dimissioni per il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Secondo me assolutamente no, per lo stesso motivo per cui non mi sono dimesso io. L’indagine giudiziaria deve fare il suo corso e alla fine si avrà una risposta”. “Io sicuramente sono molto più prudente, sono assolutamente convinto che sia assurdo che venga avvicinata la possibilità di una dimissione con un avviso di garanzia”, aggiunge.
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga: “Utilizzerei massima tutela e massimo rispetto per i magistrati che stanno indagando senza utilizzare come arma politica un’indagine. Se ci sono avversari, li si combatte nella parte politica e nel contestare l’amministrazione, non utilizzando l’indagine”.
Per Fedriga è “molto particolare che un sindaco apprenda indagini dalla stampa” e “bisogna avere profondo rispetto per l’indagine e per chi è indagato. Non stiamo parlando nemmeno di un rinvio a giudizio quindi dobbiamo salvaguardare il principio istituzionale della presunzione di innocenza fino al terzo grado”.
“Io non chiedo le dimissioni per l’azione giudiziaria” ma “la giunta Sala dimostri di avere la maggioranza sull’urbanistica. Se non ha la maggioranza su una linea che per Milano è fondamentale, tragga le conseguenze”, afferma invece il presidente del Senato Ignazio La Russa secondo il quale “una maggioranza che non è tale su temi come l’urbanistica a Milano non ha motivo d’esistere”.
“Io non ho niente da dire sull’iniziativa giudiziaria. Ricordate quando al Senato arrivò quella leggina che volevano votare e che chiamavano Salva Milano. Io dissi che questo non è un Salva Milano ma un Salva giunta Sala. La legge, dopo quella frase, non passò. Ma non è che non passò perché io ho detto questo – prosegue il presidente del Senato -. Dietro a quel disegno di legge non c’era la maggioranza di chi sostiene la giunta di Milano. Se non sono d’accordo loro, che hanno la responsabilità di una giunta, non possono sperare di trovare puntelli esterni. Quando io dico che la giunta è inadeguata, non mi riferisco alla situazione giudiziaria”. Perché “una maggioranza che non è tale su temi come l’urbanistica a Milano non ha motivo d’esistere. Il Pd è spaccato, più o meno. I verdi contrari e quegli altri così e così…” conclude.
“Io arrivo oggi pom da Cairo. Quando vuoi ci sentiamo su stadio. Ciao”, scriveva il primo marzo 2023 Stefano Boeri, l’archistar indagato nella maxi inchiesta milanese sull’urbanistica, a Sala che rispondeva: “Ok. Oggi vedo Cardinale”. E Boeri proseguiva: “Io lo sento alle 16. Li sento”. E’ una delle decine di chat tra i due contenute
negli atti dell’indagine.
In un altro messaggio Boeri scriveva: “Settimana prossima se vuoi ti porto proprietari area ex piste allenamento Snai interessati a realizzare stadio. Ciao”. “Ok. Buona serata”, la risposta del primo cittadino. .
L’architetto Giuseppe Marinoni, presidente della disciolta Commissione paesaggio e figura centrale nella maxi inchiesta sull’urbanistica anche per il suo dossier patrocinato dal Comune di Milano su “Nodi e Porte Metropolitane”, “almeno dal 2017” viaggiava all’estero, con un collega di uno studio di Lugano, “alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente, individuando luoghi e rintracciando soggetti interessati a concludere accordi e a cui vendere i masterplan” per “avviare massicce speculazioni edilizie”. E’ quanto emerge dagli atti dei pm e da alcune chat di 8 anni fa. Per i pm “impressiona l’analogia con la vicenda milanese”.
“Bisogna trovare aree vicine a grandi città in prossimità degli svincoli delle autostrade”, scriveva il 9 luglio 2017 l’architetto Paolo Colombo, con base in Svizzera e tra gli oltre 70 indagati della maxi indagine, a Marinoni, aggiungendo: “porta a casa il masterplan”.
Nei dialoghi i due parlavano di investitori arabi e Marinoni accennava anche a un “investitore nordamericano che potrebbe essere interessato e con cui sto lavorando qui in Italia”. E Colombo il 15 febbraio 2018: “Io sono a Zermatt (Svizzera, ndr) per il progetto Los Cabos”. Marinoni: “Bravo!!! Portalo a casa!”.
In un’altra chat più recente, del 17 gennaio 2024, Marinoni scriveva a Colombo: “Ho visto che andiamo assieme in Azerbaijan (…) se dobbiamo portare una presentazione con masterplan considera anche la possibilità di mettere le realizzazioni di Porta Nuova e piazza Gae Aulenti”. Per i pm è “assolutamente palese” che dal 2017 almeno Marinoni si muoveva con Colombo “collaborando con lui, col mettergli a disposizione la sua specializzazione di pianificatore di Nodi”.
Impressiona, per i pm Petruzzella, Filippini e Clerici, “l’analogia con la vicenda milanese dello studio dei Nodi per cui l’assessore Tancredi”, per il quale i pm hanno chiesto i domiciliari, “faceva ottenere a Marinoni il patrocinio della giunta”, su proposta, secondo la Procura, anche del sindaco Sala, indagato per concorso in falso sulla nomina di Marinoni e per induzione indebita per presunte pressioni su quest’ultimo per il via libera al progetto Pirellino-Torre Botanica.
Marinoni, in un contesto di “corruzione sistemica”, secondo gli inquirenti, avrebbe messo “a disposizione totale” la sua funzione per gli interessi di Colombo. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf hanno trovato anche un “contratto” tra i due del 28 giugno 2024 per uno “scambio di informazioni riservate” finalizzato “alla valutazione di opportunità di collaborazione su vari progetti”. I due già da 8 anni puntavano alle “trasformazioni urbanistiche” anche in Azerbaijan e negli Emirati Arabi.
“Sono fiducioso… non per l’amministrazione, ma per i partner che ci stiamo trascinando dietro. L’urbanistica l’hanno sempre fatta loro, da 20 anni. Adesso noi li stiamo convincendo a farla un po’ meglio”, scriveva Marinoni in una chat del 4 agosto 2024.
Il messaggio dell’architetto, che dialogava con Federico Pella, manager della J+S (richiesta di carcere anche per lui), sono “emblematiche”, per i pm, perché in quella data di agosto dello scorso anno “il programma strategico dei ‘nodi’ era da tempo avviato” e “volgeva alle battute conclusive della consegna dei masterplan e PPP”, ossia il partenariato pubblico-privato, ma “si addensavano le ombre dei dubbi sollevati da alcuni dirigenti e funzionari del Comune, che avevano riserve sulle eccessive altezze e volumetrie e su altri aspetti di quei progetti”.
Negli atti c’è anche una chat di un anno e mezzo prima nella quale Marinoni mostrava la sua gioia a Pella per aver ottenuto il patrocinio di Palazzo Mario sullo studio sui ‘nodi metropolitani’. Il 13 gennaio 2023 scriveva, infatti, “oggi mi hanno mandato il patrocinio del Comune per lo studio sugli svincoli … inizio con i miei amici di Lugano a trovare gli sponsor per finanziare lo studio”.
E il primo luglio 2024, sempre a Pella, diceva: “Ho riparlato con Tancredi (l’assessore che rischia i domiciliari, ndr) sui nodi (…) poi incontrerò anche Bardelli (ex assessore alla Casa, ndr) su questo argomento. Vorrei proporgli se su ogni nodo riusciamo a collocare 100mila metri quadri di edilizia”.
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