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L’ultimatum di Trump. Khamenei lo sfida, ‘mai la resa’. Nyt: ‘Possibile un incontro col presidente Usa’ – Notizie – Ansa.it

    Nascosto in un bunker, mentre Teheran è sommersa dai missili, Ali Khamenei sfida Israele e gli Stati Uniti per mostrare una parvenza di solidità del regime. “Non ci arrenderemo mai e se gli Usa ci attaccano subiranno danni irreparabili”, è l’avvertimento lanciato dalla Guida suprema in un nuovo intervento alla tv di Stato dall’inizio dell’offensiva dell’Idf. Parole che si infrangono sul muro della superpotenza americana e del suo imprevedibile presidente: Donald Trump, incurante delle minacce, ha rinnovato l’ultimatum a Teheran, questa volta “definitivo”, ad una “resa senza condizioni”, tenendo aperta l’opzione del coinvolgimento diretto nel conflitto al fianco dello Stato ebraico. E il Wall Street Journal rivela che avrebbe confidato ai suoi consiglieri di aver approvato i piani di attacco all’Iran, ma anche di voler aspettare per vedere se Teheran decide di rinunciare al suo programma nucleare. 

    L’ayatollah Khamenei, che da giorni si nasconderebbe in un covo sotterraneo lontano a Teheran per sfuggire ai missili israeliani, si è rivolto alla nazione per attaccare “il nemico sionista” e il suo principale alleato. Un messaggio di 9 minuti, con al fianco la foto del fondatore della Repubblica islamica Khomeini, in cui l’86enne capo della teocrazia ha detto che non ci sarà “nessuna pietà per i leader israeliani” e che lo Stato ebraico sta subendo una “punizione severa”, tanto che “i suoi amici americani” sono stati costretti ad “entrare in scena”. E proprio a Trump ha rivolto il secondo strale: “Un suo intervento militare provocherà danni irreparabili”.

    In serata però un alto funzionario iraniano del ministero degli Esteri iraniano ha detto al New York Times che Teheran accetterà l’offerta di Donald Trump di incontrarsi presto. Lunedì il presidente americano aveva proposto la possibilità di un incontro con il suo inviato speciale, Steve Witkoff, o persino con il vicepresidente J.D. Vance. Il funzionario iraniano ha affermato che il ministro Abbas Araghchi avrebbe accettato un incontro del genere per discutere di un cessate il fuoco con Israele, sebbene Trump abbia affermato che i colloqui devono concentrarsi sul programma nucleare iraniano. 

     

    Video Iran, Khamenei: ‘L’ultimatum di Trump rozzo e inaccettabile’

    Il discorso monocorde e dimesso di Khamenei non era sembrato preoccupare l’inquilino della Casa Bianca. “Ho perso la pazienza con l’Iran”, ha reagito Trump, affermando di avere detto a Benyamin Netanyahu di “andare avanti”. E sottolineando di “avere un’idea” su cosa fare, in merito all’entrata in guerra, ma avvertendo che “le cose cambiano rapidamente” e si “può andare da un estremo all’altro”, mentre il Pentagono si dice pronto a eseguire gli eventuali ordini.

    Il tycoon, che ha riunito nuovamente la Situation Room, ha poi ribadito che “la caduta del regime in Iran può accadere” ed ha fatto intendere come la dirigenza di Teheran sia talmente in difficoltà da aver “suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare”. Circostanza smentita dalla missione iraniana all’Onu: “Non trattiamo sotto costrizione, e certamente non con un guerrafondaio”.

    Lo scontro, al momento solo verbale, tra Khamenei e Trump, si è consumato nel sesto giorno di conflitto tra Israele e Iran. Teheran è stata bersagliata ancora dai raid e sarebbe stata centrata anche un’università finanziata dalle Guardie della Rivoluzione. Tra gli obiettivi strategici distrutti, secondo il ministro della Difesa Israel Katz, la sede della sicurezza interna del regime. E sono proseguiti i bombardamenti sui siti nucleari. L’Aiea ha parlato di danni a due impianti di produzione di centrifughe a Karaj e Teheran. In azione anche le cyber-unità. Ora la rete internet è quasi interamente bloccata in tutto il Paese.

    La risposta iraniana è arrivata con ripetuti lanci di droni verso il nord di Israele e missili balistici sul centro del Paese, compresa Tel Aviv. Quasi tutti abbattuti, ha comunicato l’aeronautica, secondo cui si è trattato di alcuni vettori e non di un’ondata come nei giorni scorsi. Teheran ha rivendicato anche l’utilizzo di vettori ipersonici. Secondo l’Idf il nemico ha lanciato finora oltre mille droni e 400 missili balistici, 20 dei quali hanno colpito aree urbane causando vittime e danni ingenti. Almeno 24 morti e 500 feriti l’ultimo bilancio. In Iran i morti sarebbero almeno 585 e 1.300 feriti, secondo i calcoli della ong Hrana.

    In attesa che Trump dia luce verde a eventuali bombardamenti, le forze armate americane proseguono la mobilitazione in Medio Oriente. La portaerei USS Ford Carrier Strike Group la settimana prossima raggiungerà le altre due navi da guerra Usa dislocate nella regione mentre un aumento dei movimenti è segnalato dai siti militari anche ad Aviano. Nel frattempo i media israeliani hanno riportato le immagini satellitari della base americana nell’Oceano indiano, la Diego Garcia, che mostrano quattro bombardieri B-2 (già dispiegati nei mesi scorsi). Questi velivoli possono trasportare le buster bunker GBU-57: gli unici ordigni in grado di penetrare a decine di metri di profondità nella roccia, dove è nascosto l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow. Il gioiello della corona degli ayatollah.

    Putin: ‘Possibile una soluzione che garantisca Iran e Israele’

    La Russia prosegue i suoi contatti con l’Iran, Israele e con il presidente americano Donald Trump, e ritiene che si possa arrivare a una soluzione del conflitto che garantisca gli interessi sia dell’Iran sia di Israele. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin durante un incontro notturno con i rappresentanti delle maggiori agenzie di stampa internazionali. Lo riferiscono le agenzie russe. 

    Putin ha ribadito che Mosca vuole mediare per trovare una soluzione del conflitto e ha detto che ha già presentato ai propri “partner” le opzioni che a suo parere possono garantire gli interessi iraniani nel settore dell’energia nucleare pacifica e attenuare le preoccupazioni di Israele.

    Venerdì colloqui a Ginevra Germania-Francia-Gb con l’Iran e Consiglio di sicurezza Onu

    I ministri degli Esteri di Germania, Francia, Gran Bretagna (il cosiddetto E3) e l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas terranno venerdì a Ginevra colloqui sul nucleare con l’Iran. Lo riferisce la Reuters sul proprio sito, citando una fonte diplomatica tedesca. I ministri incontreranno prima Kallas, presso il consolato tedesco a Ginevra, poi avranno un incontro congiunto con il ministro degli Esteri iraniano, ha aggiunto la stessa fonte. Il piano è stato concordato con gli Stati Uniti, ha sottolineato. 

    Sempre venerdì, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una riunione sulla situazione in Israele e Iran. Lo fa sapere la presidenza dell’organo delle Nazioni Unite, la Guyana per il mese in corso. 

    Blitz degli hacker sulla tv di Stato dell’Iran, appelli a scendere in piazza

    Blitz degli hacker filoisraeliani sulla tv di Stato iraniana, che per alcuni momenti ha trasmesso filmati di varie proteste delle donne in cui si incitava la popolazione a scendere in piazza contro il regime degli ayatollah. Lo afferma il quotidiano Hamshahri, che ha condiviso un video della breve interruzione con un testo che recita: “Gli hacker si sono infiltrati nella televisione di Stato e hanno trasmesso un appello che chiedeva alla gente di scendere in piazza”. La tv di Stato iraniana ha poi avvertito gli spettatori che ciò era dovuto “ad attacchi informatici condotti dal nemico sionista”.

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