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I premi a Cannes, Palma d’oro Jafar Panahi per a Simple accident – Festival di Cannes – Ansa.it

    A Cannes, nella ‘cattedrale’ del cinema, ha vinto la libertà. A Simple Accident, il bellissimo film di Jafar Panahi, il regista dissidente iraniano, incarcerato più volte, torturato, autore clandestino e al ritorno dopo 15 anni di assenza in un festival internazionale, è andata la Palma d’oro del 78/o festival con la giuria presieduta da Juliette Binoche. Tutta la platea del Grand Theatre Lumiere ha salutato la vittoria con un lungo, commosso applauso e una standing ovation.

    Tra i favoriti sin dall’inizio, Panahi ha portato al festival una storia sovversiva e molto politica sotto forma di thriller, raccontando la scoperta accidentale di un torturatore da parte di un gruppo di vittime in un film che certo non faceva sconti al regime e anche molto direttamente. “Mi è molto difficile parlare”, ha detto Panahi emozionato ringraziando i suoi attori presenti sul palco, il cast tecnico che ha rischiato per fare questo film e i produttori internazionali che lo hanno sempre sostenuto (il film uscirà in sala con Lucky Red in Italia).

    “Credo che sia il momento per chiedere a tutti gli iraniani: mettiamo da parte problemi, differenze, la cosa più importante è la libertà del nostro Paese”, ha proseguito. “Il cinema è una società, nessuno ha il diritto di dirci cosa fare, cosa non fare”, ha concluso Panahi che a Cannes aveva vinto all’inizio della sua carriera una Camera d’oro e poi tra i tanti riconoscimenti il Leone d’oro a Venezia e l’ Orso d’oro a Berlino con i suoi film fatti pericolosamente, con pochi mezzi, girati spesso in macchina (“è più sicuro”) e comunque clandestini.

    Dopo anni in cui la presenza al festival era rappresentata dai suoi film, ma la sua sedia era vuota pure con il sostegno della comunità internazionale del cinema, quello di stasera ha il sapore dolce della vittoria ed è un premio ad un bellissimo film e anche alla resistenza di un regista che non si è mai dato per vinto sapendo tutto quello che andava a rischiare. “Appena finirò qui tornerò in Iran. Non ci penso per nulla ad espatriare altrove. Tutti gli iraniani ogni giorno compiono gesti sovversivi per il regime, pensiamo alle donne iraniane che camminano nelle strade senza velo. Il mio non è un caso speciale”. E anche Cate Blanchett, che gli ha consegnato il premio e che è impegnata nel Displacement Film Fund che aiuta i progetti dei registi esuli, aveva introdotto la Palma d’oro parlando della “energia creativa, la più preziosa” che gli artisti perseguitati cercano di non perdere mai con coraggio, “il cinema è lo spazio che creiamo per dialogare, il cinema è pericoloso, è onnipresente, è la vita”.

    È stato il momento più emozionante di una serata che ha celebrato il festival di Cannes come luogo di tutte le culture, di tutte le espressioni. Joachim Trier, il regista norvegese di Sentimental Value vincitore del secondo premio per importanza, il Grand Prix, nel ricordare la storia familiare che c’è dietro quest’opera (distribuzione Teodora/Lucky Red), ha parlato di Cannes come di una “cattedrale universale dell’immagine libera, che ci permette in un periodo tormentato come questo che stiamo vivendo, di connetterci, identificarci, dialogare, provare reciproca empatia”. Di registi che prendono rischi, che permettono di uscire dalle proprie zone di comfort si è parlato a più riprese in questa cerimonia di chiusura in cui è salito due volte sul palco per una doppietta di premi Kleber Mendonca Filho, il regista brasiliano di O Agente Secreto vincitore del premio regia e per il migliore attore Wagner Moura (assente). Il bel film, la storia del peregrinare di un ricercatore nel Brasile corrotto e liberticida degli anni ’70 sotto la dittatura, è un thriller politico.

    Tanta emozione quando è salita sul palco Nadia Melliti, 23 anni, esordiente, attrice protagonista di La Petite Derniere della regista-attrice francese Hafsia Herzi che racconta la storia di una giovane studentessa omosessuale di seconda generazione e dei suoi dilemmi tra amore proibito e religione musulmana. Ai Dardenne, che con Jeunes Meres erano nella rosa dei favoriti con un film toccante su un gruppo di adolescenti fragili che devono affrontare la maternità, è andato il premio per la sceneggiatura (perfetta), sfiorando per l’ennesima volta la terza storica Palma d’oro: i due registi belgi hanno ringraziato le giovanissime interpreti, molte alla loro prima esperienza cinematografica. Il premio della giuria è andato ex aequo ad Oliver Laxe per Sirat: il regista e attore franco-spagnolo ha parlato anche lui dell’importanza di Cannes crocevia di latitudini culturali.

    La tedesca Mascha Schilinski con il suo secondo film, Sound of Falling, ha vinto il Prix du Jury ex aequo: “Il mio film libero consacra l’importanza delle donne”, ha detto accettando il premio andato per un’opera che racconta le violenze psicologiche e fisiche di 4 giovani donne in 4 periodi storici differenti. Premio speciale al cinese Bi Gan per Resurrection. La Camera d’or, il premio per la migliore opera prima è stato vinto da un film di cui si è parlato come una delle belle sorprese di Cannes 2025, The President’s Cake diretto dall’iracheno Hasan Hadi: ha vinto anche il premio del pubblico alla Quinzaine, ed è stato acquistato per l’Italia da Lucky Red. La Palma per il miglior corto a I’m Glad You’re Dead Now del palestinese-iraniano Tawfiq Barhum. Prima della cerimonia un blackout, dovuto ad un sabotaggio, durato circa sei ore ha lasciato al buio la cittadina e zone lim

    Tutti i premi

    Il premio al migliore attore del 78/o Festival di Cannes assegnato dalla giuria presieduta da Juliette Binoche è andato a Wagner Moura per O Agente secreto, di Kleber Mendoca Filho.

    La Palma d’oro per il miglior cortometraggio è stata vinta da I’m Glad You’re Dead Now di Tawfiq Barhum

    La Camera d’or, il premio per la migliore opera prima, assegnato dalla giuria presieduta da Alice Rohrwacher, è stato vinto dal film The president’s Cake diretto dall’iracheno Hasan Hadi, al suo debutto alla regia.

    Il premio per la Migliore sceneggiatura con Juliette Binoche presidente di giuria, è stato vinto da Jeunesse Meres di Luc e Jeanne-Pier Dardenne.

    Il Premio speciale, assegnato dalla giuria è stato vinto da Resurrection di Bi Gan.

    Il premio per la migliore regia  con la giuria presieduta da Juliette Binoche, è stato vinto da Kleber Mendonca Filho per il film O agente secreto.

    Il premio alla migliore attrice è andato a Nadia Melliti per il film Le petit dernier di Hasfia Herzi.

    Il Grand Prix, il secondo per importanza dopo la Palma d’oro, è stato vinto da Sentimental value di Joachim Trier

    La Palma d’oro del 78/o Festival di Cannes assegnata dalla giuria presieduta da Juliette Binoche è stata vinta da Jafar Panahi per a Simple accident.

    Video Semafori e bancomat ko, blackout a Cannes. Ipotesi dolo

     

     

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